La Camera approva il ddl sul voto di scambio, ma c’è poco da festeggiare. Il futuro art.416-ter del Codice Penale è nato già morto, non solo perché le pene sono state diminuite (da 7 a 4 le minime, da 12 a 10 le massime), ma anche perché è stato cancellato il principio della punibilità del politico che si mette semplicemente a disposizione dell’organizzazione mafiosa.
Ad affossare il testo uscito dal Senato pare essere stata una riunione tra Renzi e Verdini stamattina: della serie, voi fate i bravi sulle mie riforme specchietto per le allodole, in cambio facciamo nostri i vostri emendamenti. E così è stato.
Straordinario che questo sia stato fatto nello stesso giorno in cui l’ex-sottosegretario all’Economia del Governo Berlusconi, Nicola Cosentino, ritorna in carcere per “estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica“. Ma ancora più paradossale è che l’emendamento che ha ridotto le pene e cancellato il principio cardine su cui si reggeva la legge sia stato Davide Mattiello, eletto col PD e militante di Libera, cioè l’associazione antimafia che ha raccolto le centinaia di migliaia di firme perché si arrivasse a un’approvazione del nuovo articolo.
Cari mafiosi, state sereni: nessuno, con questo riforma, potrà toccare i politici a cui procurate così tanti voti, in cambio di lauti appalti ai vostri amici imprenditori, che poi vi rifilano i subappalti. Ingolferanno solo i tribunali, giusto per aumentare un po’ di più i tempi della giustizia per assicurare eterna ingiustizia al cittadino qualunque. Che così verrà da voi per ottenere giustizia.
E poi magari qualcuno si chiede ancora, nel paese che ha esportato la mafia in tutto il mondo, perché mai non ci sia nessuno che muoia dalla voglia di investire in Italia.