Paola Severino, ex Ministro della Giustizia per il governo Monti, era presente ieri alla riunione sull’ILVA che si è svolta a Palazzo Chigi in qualità di legale dell’azienda commissariata.
Fu proprio durante il governo Monti che scoppiò il caso Taranto e vennero emanati i vari decreti salva-ILVA e il primo portava la firma proprio di Paola Severino.
Tecnicamente va tutto benissimo, anzi dopo le proteste di Bonelli i portavoce dell’ex Ministro hanno subito chiarito che non è l’avvocato dei Riva, ma il consulente legale del commissario straordinario Bondi. Per fortuna! Scommetto che l’intellighenzia d’Italia (specialmente quella fatta di cretini, quelli che non ci guadagnano mai niente a difendere i potenti) era già pronta a prenderne le difese.
Va detto che però sono proprio bravi questi tecnici: prima scrivono i decreti, poi si nominano tra loro commissari e consulenti e si riuniscono di nuovo per decidere della stessa identica cosa per cui da ministri avevano firmato il decreto. Poi dicono che non s’è fatta la spending review: in Italia lavora sempre una decina di persone.
Comunque ci tengo a dire a Paola Severino e ai suoi portavoce che non c’è pericolo che protesti qualcun altro oltre a Bonelli, specialmente tra gli attuali parlamentari: sono certa infatti che non ci sarà mai ragione per pensare che qualcuno del governo di cui è stata Guardasigilli operasse segretamente, e magari in pieno conflitto d’interesse, in favore degli operai.