Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Matteo Renzi, il trionfatore delle elezioni europee, è ormai il padrone assoluto dell’agone politico italiano. Quasi il 41% dei cittadini che si sono recati alle urne ha dato infatti la propria fiducia al Presidente del Consiglio e segretario del PD, nella speranza che il suo governo riesca a far uscire il Paese dalla crisi economica.
È a dir poco singolare l’entusiasmo provato da una larghissima fetta dell’opinione pubblica progressista nei confronti dell’ex sindaco di Firenze. Alcuni progetti portati avanti da Renzi sono a dir poco indecenti. Basti pensare al decreto sul lavoro del ministro Giuliano Poletti, alla nuova legge elettorale “Italicum” ed alla riforma costituzionale del Senato della Repubblica. Le norme propugnate da Poletti costituiscono l’ennesimo inno alla precarietà, l’Italicum è una legge oscena che per certi aspetti riesce addirittura a far rimpiangere il Porcellum e la riforma costituzionale del senato si preannuncia come l’ennesima riforma istituzionale pasticciata. L’amara verità è una ed una sola: se questi provvedimenti fossero stati portati avanti da Silvio Berlusconi nel suo periodo di gloria, l’intero centrosinistra italiano si sarebbe mobilitato per ostacolarne l’approvazione. Ma, dato che essi sono sostenuti da Renzi, la maggioranza dei progressisti italiani celebra in queste settimane le doti da statista del leader toscano. La constatazione che una nefandezza rimane sempre una nefandezza, indipendentemente da chi la propugna, è evidentemente passata di moda.
Del resto anche queste critiche sono ormai démodé. I più importanti organi di stampa del Paese trascorrono le proprie giornate a tessere gli elogi di Matteo Renzi e nelle stanze del potere italiano la corsa per accaparrarsi un posticino sul carro del vincitore è appena incominciata. I primi a presentarsi ai nastri di partenza sono stati gli esponenti di Scelta Civica, la formazione montiana deceduta ufficialmente nelle urne del 25 maggio. Del resto, lo stesso Mario Monti il 29 maggio ha dichiarato che Renzi sta seguendo la sua linea politica e che, se l’ex sindaco di Firenze avesse vinto le primarie del 2012 contro Bersani, Scelta Civica non sarebbe mai nata.
I flussi migratori verso il PD, però, giungono anche da sinistra e questo dato di fatto è a dir poco desolante. Molti dirigenti di SEL non guardano infatti di buon occhio alla costruzione di un partito unitario collocato alla sinistra del Partito Democratico e si preparano invece ad abbracciare la politica renziana. Il primo a mollare gli ormeggi è stato il deputato calabrese Ferdinando Aiello, ma molti altri sono in procinto di seguirlo. Il buon vecchio motto andreottiano “il potere logora chi non ce l’ha” è più attuale che mai. Renzi si dovrà quindi adoperare per allestire numerosi centri di accoglienza per questi migranti della politica…