È strano che il ministro degli Interni Alfano ultimamente si interessi così tanto alla questione del matrimonio fra persone dello stesso sesso. Tempo fa, lui e gli esponenti del suo partito, il “Nuovo” Centro Destra, avevano criticato le troppe aperture fatte da Renzi in materia di unioni civili e stepchild adoption, che, contrariamente a quanto pensa Alfano, non significa che coppie dello stesso sesso possano adottare, ma soltanto che i figli naturali di uno dei due membri della coppia possono essere adottati dall’altro.
Oggi invece Alfano fa marcia indietro: non è vero che parlare di matrimonio gay è una perdita di tempo, anzi! Va alla radio, annuncia che parlerà di matrimonio gay con i prefetti e che invierà loro una circolare nel giro delle prossime ore.
“Cavolo, finalmente Matteo avrà convinto Angelino”, dirà la compagna di Teresa, l’amica che Renzi cita spesso nei suoi discorsi a favore delle unioni civili (pochi, a dire il vero). Teresa e la sua compagna possono finalmente tirare un sospiro di sollievo nel sapere che se succedesse qualcosa a Teresa, il loro Ernesto rimarrà con la compagna di una vita?
No, assolutamente. Matteo non ha convinto Angelino, che anzi ha scritto ai prefetti per invitare i sindaci di quei comuni che – secondo Alfano – contrariamente a quanto afferma la legge italiana, hanno riconosciuto e fatto trascrivere nei registri comunali i matrimoni gay contratti all’estero.
Mi domando poi il coraggio da parte di diversi esponenti del Partito Democratico di criticare Alfano, loro che con Angelino si sono accasati da ormai un po’ di tempo.
“Impegniamoci a farli i matrimoni gay, non ad annullarli” dice Matteo Orfini. Stupende parole, se soltanto lui e i già vecchi giovani turchi si attivassero in via parlamentare (visto che il Governo ha ormai abbandonato l’idea persino di fare una legge sulle unioni civili, non stiamoci a raccontar balle) per far sì che questo accada.
Sta di fatto che fortunatamente i sindaci che hanno agito in favore delle coppie omosessuali annunciano battaglia, e lo fanno con molto più coraggio e determinazione di chi, pur stando in Parlamento, non fa nulla affinché la realtà delle coppie omosessuali sia riconosciuta dallo Stato italiano come formazione sociale o come matrimonio.
Alfano sta perdendo tempo, sì, questo sì. Perché è inutile che lotti per impedire che, un domani, ci si riferisca al matrimonio fra omosessuali come “gay”, ma soltanto come matrimonio. Il popolo italiano è pronto, e le proteste contro le sentinelle in piedi lo hanno dimostrato. Non facciamoci superare poi dal Vaticano sui diritti civili, se proprio vuoi avere come punto di riferimento la Chiesta cattolica, Angelino!