In questa settimana, Rino Gaetano, cantautore italiano, avrebbe compiuto 64 anni. Nato in Calabria e vissuto a Roma, è morto in un incidente stradale il 2 giugno 1981. E’ ricordato per la sua voce graffiante, per i suoi testi irriverenti, scanzonati e impegnati allo stesso tempo, per la sua ironia, per la sua storia. E’ considerato un simbolo, un’icona.
In realtà Rino Gaetano è stato ripescato negli ultimi anni, forse da un pubblico “nostalgico” o, più semplicemente, da un pubblico esausto di quel “nulla cosmico” che sono stai gli anni zero del nuovo millennio italiano. E’ anche vero che è stato riscoperto grazie ad una fiction che ormai ha fatto storia: fiction a quanto pare fin troppo romanzata, fantasiosa ma efficace, grazie anche (e soprattutto) alla perfetta interpretazione di Claudio Santamaria.
Gianna a parte, subito dopo la sua morte era caduto in un oblio durato vent’anni, era ormai un pezzo d’antiquariato per collezionisti studiosi, per ricercatori musicali e, secondo me, il fatto che c’è voluta una una fiction romanzata, fantasiosa, da RAIUNO, per tutti, commerciale e mainstream, perché venisse finalmente riconosciuto e consacrato definitivamente, deve far riflettere molto.
Ha preso in giro l’Italia, i poteri forti, i colleghi, la gente e se stesso. Credo che questo scherzo, nonostante la sua assenza fisica, continui ancora oggi, e noi, tutti, continuiamo a cascarci. Per fortuna.