Domani Giovanni Falcone avrebbe compiuto 76 anni. E’ morto invece a 53, insieme alla moglie e agli uomini della scorta, mentre dirigeva l’Ufficio Affari Penali del Ministero della Giustizia, da dove, nonostante le critiche e i plateali attacchi, riuscì a fare molto male a Cosa Nostra: basti pensare al giudizio in Cassazione sul Maxiprocesso scippato alla sezione presieduta da Corrado Carnevale (detto l’ammazza-sentenze) e portato alle sezioni riunite. Senza una cosa del genere, i boss di Cosa Nostra l’avrebbero fatta franca un’altra volta.
Negli ultimi 13 anni il ricordo della Strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992 alle 17:38, si era identificato con un simbolo ben preciso: le Navi della Legalità. Due navi, una che partiva da Civitavecchia, l’altra da Napoli, raggiungevano il porto di Palermo la mattina del 23 maggio cariche di studenti delle scuole elementari, medie e superiori, che durante l’anno si erano distinti in progetti sulla legalità e, partecipando a un concorso a tema, “vincevano” in premio la possibilità di salire su una delle due navi. Nel 2013 salì a bordo anche una piccola delegazione universitaria di 20 studenti dell’Università degli Studi di Milano, guidata da Nando dalla Chiesa (con capodelegazione il sottoscritto).
Ogni anno la manifestazione si è arricchita di eventi collaterali, ma il simbolo erano loro: le due navi. Poi è arrivato il Governo Renzi e l’anno scorso la nave è diventata una sola. Finché quest’anno, per ragioni di “spending review“, le navi sono state completamente cancellate. Ci sarà semplicemente la solita commemorazione nell’Aula Bunker (blindata, con le autorità che affollano i telegiornali per un giorno con il ricordo di Falcone e poi il resto dell’anno lasciano soli i pm della Trattativa suoi eredi come Nino Di Matteo) ed il corteo, preceduto da una serie di iniziative collaterali in piazza a Palermo. In contemporanea in altre 5 piazze si faranno iniziative analoghe (Napoli, Firenze, Rosarno, Napoli, Reggio Emilia), dove in realtà si facevano già negli anni scorsi.
Niente navi, quindi, e niente studenti che arrivano a Palermo. O meglio, agli insegnanti sono state date le disposizioni su dove recarsi a Palermo, ma nessuna indicazione sui rimborsi e le coperture delle spese (il premio del concorso era infatti il viaggio gratis in nave, ora che la nave non c’è più per la spending review? Bho, chi lo sa).
Sia ben chiaro: siamo d’accordo che negli ultimi anni c’era fin troppa retorica in quelle navi, ma non certo per colpa di chi prendeva parte alla manifestazione. Tant’è che c’è chi le ha sempre considerate un’inutile parata retorica. Ma che questo fosse vero o meno, quelle navi erano un simbolo. Il simbolo di un’Italia che si unisce nel ricordo del giudice ammazzato dalla mafia e, molto probabilmente, da pezzi di Stato collusi. Un’Italia che non dimentica e che decide di opporsi al Potere mafioso, in tutte le sue manifestazioni. Studenti da tutta Italia invadevano le strade di Palermo, alle cui finestre delle case venivano srotolate lenzuola bianche, per far vedere a Lor Signori che le future generazioni non hanno intenzione di guardare dall’altra parte. E vogliono riscattare la propria terra, che da Nord a Sud è stata occupata abusivamente da gentaglia che quotidianamente stupra la bellezza del nostro Paese.
E’ perfettamente coerente che il governo di un Premier che non ha mai pronunciato la parola Mafia, che è segretario di un partito le cui liste sono infarcite di persone che (ipse dixit) non voterebbe mai (ma se li tiene ben stretti per i loro pacchetti di voti), che se ne sbatte altamente della Questione Morale e calpesta quotidianamente il dettato costituzionale come da miglior tradizione craxian-berlusconiana (solo che nemmeno loro erano arrivati a tanto), si renda protagonista dell’abolizione delle Navi della Legalità.
E’ perfettamente coerente. Ma fa schifo lo stesso.