Quando penso all’Unidad Popular mi viene sempre in mente quell’esperienza magnifica e travolgente che fu il governo socialista di Salvador Allende, così drammaticamente interrotto dal golpe militare fascista finanziato dalla CIA e appoggiato dalla Chiesa Cattolica.
Leggendo i giornali spagnoli oggi, all’indomani delle elezioni municipali, leggo parole insolitamente simili: a Madrid il raggruppamento delle forze di sinistra, Podemos e Izquierda Unida in primis, non superano per un soffio il Partito Popolare del premier Rajoy, che da sempre domina la città. Si profila un’alleanza con i socialisti di Sanchez, terzo partito nella capitale, che porterà la candidata di “Ahora Madrid” alla poltrona madrilena. A Barcellona l’unità della sinistra e dei movimenti indipendentisti catalani porta al titolo di alcalde Ada Colau, leader del movimento anti-austerity catalano.
Nonostante le forze della Sinistra non siano riuscite a ottenere una maggioranza contro il Partito Popolare, quest’ultimo ha perso un terzo dei voti e si sta sfaldando anche a livello territoriale, a causa dei pesanti scandali di corruzione di cui è stato protagonista. Dovunque si registra un’avanzata di Podemos e di Izquierda Unida, che, unita ai risultati del Partito Socialista, portano il centrosinistra e la sinistra ad avere la possibilità di battere il centrodestra spagnolo nelle elezioni politiche di novembre.
Dopo la vittoria di Syriza in Grecia e l’importante avanzata della sinistra spagnola, a cui si aggiungono gli ottimi risultati nei sondaggi per socialisti e comunisti in Portogallo, all’appello nel Sud Europa manca solo l’Italia, dove il Partito Democratico si sta flettendo sempre più verso il centro, e quindi verso destra. A quanto pare nel nostro paese l’unidad popular è ancora lontana…