L’articolo di mercoledì scorso, in merito al giudizio espresso da un organo istituzionale del Comune di Milano come il Comitato Antimafia su Beppe Sala, ha scatenato parecchie reazioni critiche, ovviamente non nei confronti dell’ex-AD di Expo2015 candidato a Sindaco ma dell’articolo stesso che riportava quella notizia (oscurata per mesi dai giornali).
Non c’è da stupirsi: è dalla notte dei tempi che i trinariciuti in servizio attivo permanente (oggi principalmente i leccaculo alla ricerca di una poltrona) attaccano chi osa non adeguarsi al coro unanime di elogio per il Padrone di turno. A chiudere la questione, basterebbero le parole di Enzo Biagi, quando ricordava a certi censori della libertà di stampa che “la colpa non è dello specchio, ma di chi ci sta davanti“, tradotto: se non vi piace il vostro aspetto, prendetevela con voi stessi.
Nel caso specifico, se risultano indigeste le notizie che rovinano l’immagine perfetta di Beppe Sala, oramai ammantato dell’aura di Uomo della Provvidenza, Lor Signori dovrebbero prendersela con il loro candidato, non con chi le riporta. Purtroppo però il carro di Sala è talmente carico che pur di non rimanere a terra, qualcuno fa a gara a chi delegittima di più la voce fuori dal coro, lanciandosi in invettive e insulti che esulano dal ragionamento politico e dalla notizia, che non viene per altro smentita.
Semplicemente, il focus viene spostato dal tema di fondo, cioè la scarsa trasparenza di Beppe Sala, messa nero su bianco da un organo istituzionale come il Comitato Antimafia, al fatto che viene divulgata la notizia per “gettare fango” sul candidato sindaco renziano, “per altro nemmeno indagato”. Ma qui casca l’asino (o il leccaculo): nessuno ha scritto da nessuna parte che Beppe Sala ha violato una legge o è un criminale. La questione non è giudiziaria, bensì politica, perché riguarda un pilastro delle democrazie liberali quale è l’accountability, cioè il rendere conto all’opinione pubblica delle proprie azioni.
Beppe Sala, in più di un’occasione, si è rifiutato di rendere conto all’opinione pubblica delle sue azioni (nel caso citato, rifiutandosi di produrre la documentazione richiesta al Comitato Antimafia) e tanto basta per poter esprimere un giudizio politico negativo sulla sua possibilità di raccogliere l’eredità di Giuliano Pisapia e del Modello Milano che hanno segnato la discontinuità con 20 anni di malgoverno del centrodestra.
Questo è il punto, che qualcuno non ha capito (o fa finta di non capire): così come non ha capito che di fronte all’opacità delle pratiche e dei bilanci, Beppe Sala sarebbe un candidato inadeguato a ricoprire la carica di Sindaco in una grande città in qualsiasi democrazia occidentale. Anche perché, qualora quell’opacità dovesse veramente tradursi in qualcosa di più di un giudizio politico negativo, a rimetterci in primis sarebbe proprio l’istituzione di cui avrebbe la rappresentanza. E le implicazioni politiche sarebbero gravissime: un cittadino che ha a cuore la propria città pensa anzitutto a questo. Ma troppe persone sono più interessate all’eventuale poltrona che potrebbero guadagnare che al bene comune.
Bertolt Brecht scrisse una volta: “Chi non conosce la verità è uno sciocco. Ma chi, conoscendola, la chiama bugia è un delinquente.” Ecco, Beppe Sala a parte, il punto vero è che Milano non si merita gli “sciocchi” e i “delinquenti” troppo abituati a usare la lingua per leccare piuttosto che per far sapere quel che non va e bisogna cambiare.
Chiedo scusa ma non ho capito veramente, mi sembra un litigio da salotto per pochi intimi, in questo momento, gli argomenti che interessano, forse sono altri, specialmente a chi si ritiene di sinistra.
Se per te denunciare che un blog viene attaccato perché ha riportato una notizia (vera) sul giudizio del più alto organo istituzionale antimafia del Comune di Milano sull’operato di un candidato alle primarie di “centrosinistra” da manager di un’azienda partecipata come Expo2015 Spa è “un litigio da salotto per pochi intimi”, alziamo le mani e non diciamo più nulla. ;)
Anche perché tutt’ora il diretto interessato si è ben guardato di far sapere perché ha negato l’accesso agli atti richiesti dal Comitato Antimafia del Comune di Milano.
No no per carità dite!