Alzi la mano chi sapeva che in Italia esiste la Commissione Nazionale Valutazione Film della Comunità Episcopale Italiana (CEI) e che un suo giudizio negativo può precludere l’accesso a molte sale del circuito di qualità, spesso anche gestite da laici. Io, ammetto la mia ignoranza, non lo sapevo. E per caso mi sono imbattuto nella denuncia della Teodora Film, che in Italia distribuisce l’ultimo film di Andrew Haigh, “Weekend“, nelle sale da oggi.
Mi piacerebbe dire in tutte le sale italiane, ma i cinema in cui sarà visibile il film sono solo 10:
BOLOGNA – ODEON
MODENA – FILMSTUDIO
PARMA – EDISON
REGGIO EMILIA – JOLLY
GENOVA – CITY
MILANO – APOLLO
TRIESTE – ARISTON
VENEZIA – GIORGIONE
ROMA – QUATTRO FONTANE
TORINO – ROMANO
Il film racconta una storia d’amore. E fin qui tutto ok. Il problema è che la storia d’amore è tra due ragazzi e nasce dopo una fugace notte di sesso alla fine di una serata in discoteca. Nonostante le premesse non siano delle migliori, basta un weekend ai due per innamorarsi. Bello, no?
Non per la già citata Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI, che ha emesso la sua “sentenza” giudicando il film “Sconsigliato/Non utilizzabile/Scabroso”. Dico sentenza, anche se il termine è tra virgolette, perché, appunto, l’effetto è quello: a quanto pare le sale cinematografiche sopravvissute in Italia tengono in alta considerazione il parere di questa Commissione, possiamo solo ipotizzare i motivi.
Teodora Film invita gli spettatori a vedere il film nel primo weekend, perché una media copia alta potrà permettere una più ampia distribuzione nella seconda settimana di programmazione. Le recensioni sono tutte ottime, quindi se siete tra i fortunati che potranno vedere il film nella propria città, andatelo a vedere.
Al di là del film in sé, è aberrante che il giudizio di una Commissione di persone legate alla Chiesa Cattolica determini le fortune o le sciagure di quei film che non hanno dietro grandi case di produzione. Siamo nel 2016, eppure qualche volta, quando si assistono a certi episodi sembra di essere tornati indietro di 60 anni, quando per un’inezia si stravolgevano interi film considerati “contrari al buon costume”. Cambiano i tempi, ma la censura resta sempre la stessa. E’ più sottile, meno evidente, ma non per questo meno forte. Subirla è una sconfitta per tutti. Anche per chi giudica “scabroso” un film e lo censura.
LA CEI NON PIACE A ME E ALLORA ?
Antonio Scotti
Quindi le case di distribuzione non prenderebbero il film perché non piace a Ruini? disponibili anche a non fare profitti? Mah!
Cui forse va aggiunta una certa arretratezza culturale di chi distribuisce.
Non le case di distribuzione, quella c’è. Ma le sale cinematografiche, a quanto pare. Mi accodo al MAH!
Le case di distribuzione decidono cosa i cinema devono proiettare. In effetti, in questo discorso ci sarebbero anche i gestori delle sale, ulteriormente penalizzati perché non farebbero cassa a causa di qualche prelato a cui non piace film. Insomma nessuno vuole fare più profitti. Triplo mah!
Le sale cinematografiche non vanno a correre dietro alle case di distribuzione.
Di che cosa hanno paura le case di distribuzione? Di essere bruciati sul rogo?La CEI pensi ai preti pedofili che ha coperto nel passato.
Antonio Scotti Perché il prelato si mette fuori del cinema e impedisce alla gente di entrare?Bisogna farla finita con questa sudditanza alla chiesa, libera chiesa in LIBERO STATO!
Di cosa hanno paura? Me lo chiedo anche io…ecco perché ritengo la tesi molto ardita. Le case di distribuzione vogliono fare profitti e sicuramente non chiedono il parere di Ruini sugli investimenti…
La CEI è impegnata con i pedofili. Non fa testo
se non piace alla CEI VA RITIRATO DA TUTTE LE SALE DEL GLOBO
Ah, la CEI. Orrenda, che si fotta!
Se non piace alla CEI sarà sicuramente da vedere…
Che diffusione ha avuto Spotlight in Italia?
E se non piace a Bagnasco, non si può fare! … in Italia.
Ricordo il film “Brokeback Mountain, bellissimo, alla fine mi sono pure commossa.
il fatto che non piaccia a quella congrega di zozzoni della CEI è un motivo in più per andare a vederlo di corsa. D.
Dai, questa è una tecnica di marketing che è già stata sperimentata
https://kelebeklerblog.com/2010/05/11/ipazia-agora-splendore-dellozio-e-orrore-della-civilta-2/
E chi cazzo se ne frega del parere di sti preti?? Ma andassero a zappar la terra
Non so di che film si tratti. Ma qualunque esso sia dovrebbe uscire non solo in 10 sale ma in tutte e i rappresentanti della Cei guardano in tv programmi a loro piu’ consoni!
Emiliano Toti un motivo in più per andarlo a vedere
Maledetti pretacci
Ma chi se ne frega della cei ( minuscolo)
Quindi se il Papa dice che bisogna pagare di più gli operai da domani li pagano di più? Non è che magari il film fa cagare?
forza della CEI o dell’Opus Dei che ha le mani in pasta in tutti i consigli di amministrazione ?
I film pieni di violenza, morti, sangue, etc etc. però alla Cei vanno bene, no?