Ciò che si sta consumando in queste ore in Turchia è un vero e proprio attacco alle libertà democratiche e allo Stato di diritto: alle 23:30 (ore italiane) in un tweet il co-leader del Partito Democratico dei Popoli (Halkların Demokratik Partisi) Selahattin Demirtaş ha informato che la polizia era fuori dalla sua casa a Diyarbakir (N.d.T: nel sud-est dell’Anatolia) e da quel momento non si hanno avuto più notizie di lui fino a che, sempre tramite i canali Twitter dell’HDP, si è appreso anche dell’arresto dell’altra co-leader, Figen Yüksekdağ, insieme ad altri 9 colleghi di partito. Le sedi del partito ad Ankara e nel resto del Paese sono in queste ore prese d’assalto dalla polizia.
Diyarbakırda evimde zorla gözaltına alınma kararı ile emniyet yetkilileri kapımdalar
— Selahattin Demirtaş (@hdpdemirtas) 3 novembre 2016
Il Daily Sabah, uno dei giornali più vicini al presidente Erdoğan, afferma che il partito è stato preso di mira dalla polizia per i suoi stretti legami con il PKK, il partito armato curdo reo, secondo il governo di Ankara, di avere rotto a luglio del 2015 un accordo di “cessate il fuoco” e di essersi quindi riarmato. Sempre il Daily Sabah stima che da allora il PKK abbia ucciso più di 600 agenti delle forze dell’ordine e altrettanti civili, mentre più di 7000 “terroristi del PKK” sono stati uccisi in molte operazioni.
È sconcertante come la comunità internazionale non abbia mosso un dito e che anzi abbia continuato a intrattenere rapporti diplomatici con il governo turco da pari a pari, pur consapevoli di come le purghe seguenti il tentato golpe dello scorso luglio fossero spesso immotivate e frutto del tentativo neanche troppo velato del presidente Erdoğan di impossessarsi definitivamente dello Stato sul Bosforo.
Gli arresti di ben 11 deputati del quarto partito parlamentare turco e membro del Partito del Socialismo Europeo sono stati possibili grazie all’abolizione nel maggio di quest’anno dell’immunità parlamentare, uno dei baluardi della democrazia parlamentare tanto disprezzato anche nel nostro Paese.
La comunità internazionale deve oggi essere compatta nel denunciare il gravissimo attacco inferto alla democrazia e ai principi fondamentali del diritto.
Libertà per Selahattin Demirtaş, Figen Yüksekdağ, Sırrı Süreyya Önder, Selma Irmak, Leyla Birlik, Gülser Yıldırım, Nursel Aydoğan, Ferhat Encü, Ziya Pir, Abdullah Zeydan, İdris Baluken.
……ma non preoccupatevi : la Turchia sta “viaggiando” verso l’adesione all’EU………
Erdogan, Putin.. sono dei criminali e come tali vanno trattati!! invece l’Europa vuole la Turchia, L’ Italia, il Renzi, non vuole sanzionare Putin per tutte le porcherie commesse….. ma come siamo messi bene!!!!!!
Carlo Franceschi @djdjfhcjjcjc
Zeynep Ezgi Demir
Ok im moving to italy @dkdkdkkfdk thanks for informing ( addio turkey)
W l’europa di erdogas e puttins….
Il pass glielo ha dato l’Europa , oltre ai 3 miliardi, non potendo opporgli nè Servizi Segreti nè una forza militare Europea. Con certi governi (!) non si ragiona in termini di finanza…..!!!