È sabato. Mancano soltanto poche ore al voto. E la giornata di domani è stata trasformata in un dilemma: il Cambiamento o l’Apocalisse? Sembra quasi un film. Uno di quelli in cui accade tutto l’impossibile. Siamo passati dal pensare di votare se confermare oppure rifiutare una riforma costituzionale, al pensare di votare se cambiare la nazione verso l’età dell’oro oppure far crollare l’economia italiana e forse europea. Il voto nel merito della riforma è stato in parte sostituito con il classico voto di pancia, condito da paure, incertezze e spaccature.
Noi abbiamo studiato, ci siamo informati, abbiamo preso una posizione netta e l’abbiamo motivata con uno speciale ad hoc. Condivisibile o non condivisibile, ma sicuramente nel merito della riforma, ricercando sempre la maggior competenza possibile. Tuttavia, sembra che il popolo voglia una dichiarazione politica, o semplicemente da bar. E noi non ci sottraiamo.
Non credete a chi vi narra che se dovesse vincere il No crolleranno i mercati e falliranno le banche. Banca Etruria è fallita perché c’erano i ladri e i corrotti, non perché non si è approvata una legge. Alle Borse del mondo e alla finanza globale non interessa niente del funzionamento del nostro parlamento.
Non credete a chi vi spaventa con lo spauracchio leghista o grillino. Perché se dovesse vincere il No ci potrà essere, con buone probabilità, un nuovo governo tecnico, che ci traghetterà fino al 2018. E paradossalmente, se dovesse vincere il Si, il rischio che ci sia un governo grillino nel breve periodo è più elevato: con un Parlamento come quello disegnato dalla riforma, e l’Italicum che consegna il 54% dei seggi alla Camera al partito che vince il ballottaggio, è probabile che #ciaone lo dicano loro a noi (non a caso Grillo a Torino ieri ha detto che anche la sconfitta darà loro forza). Ci assumiamo questo rischio in cambio di una (dichiarata, ma non certa) maggiore efficienza? Ce la prendiamo questa responsabilità o scenderemo poi in piazza a gridare allo scandalo quando qualcuno farà del Parlamento una scatola di cemento senza valore?
Non credete a chi vi descrive la nuova grande depressione economica nel caso in cui vinca il No. Non credete a chi ha fatto del Jobs Act una vittoria da sventolare, quando si sono creati 600.000 posti di lavoro spendendo 23 (ventitré!) miliardi di euro. Non credete a chi ha annullato l’articolo 18 in nome della flessibilità. Non credete a chi ha reso il voucher il pilastro retributivo del 2016.
Non credete a chi cerca di convincervi che se dovesse vincere il No arretreremo di vent’anni. Semplicemente ci teniamo la nostra Costituzione. Ed è bene sapere che le leggi potranno essere approvate lo stesso in pochi giorni. Basta volerlo. Perché le percentuali delle leggi che hanno avuta plurima lettura, o che hanno subito pesantemente il “ping-pong” bicamerale sono pochissime, numeri alla mano.
Non credete a chi vi spiega che bisogna per forza cambiare. Chi ha imposto quest’idea? Il progressismo e il riformismo sono ben altra cosa. Se i vestiti nuovi non mi piacciono e peggiorano il mio look, mi tengo quelli vecchi, anche se sono usati. Perché sono affidabili e non mi hanno mai tradito.
La nostra Costituzione è talmente bella, quanto unica. Certo, potrebbe anche essere migliorata. Ma modificare 47 articoli, limitando alcune garanzie democratiche, aumentando il conflitto tra regioni e Stato, non significa porre dei correttivi alla Carta Costituente. Significa demolirla.
Dunque il nostro No è convinto, ma soprattutto Resistente. È un No consapevole, ma soprattutto cosciente. Perché siamo noi gli artefici del nostro destino, e quest’ultimo è troppo importante per essere immaginato come un vicolo buio, senza certezza di luce.
Alla fine, forse, per votare veramente liberi, basterebbe soltanto domandarsi: qual è la funzione di una Costituzione democratica e repubblicana? E successivamente, quale delle due tutela maggiormente il cittadino? Quella vigente o quella riformata?
Noi non abbiamo dubbi.
E l’attinenza dove sarebbe?
Io consiglierei di leggere l’articolo però. E non fermarsi alle due righe di presentazione.
Mattia Maestri letto è un opinione. Dunque opinabile.
Ok, dal suo commento non sembrava. Tutto qui.
Se vince il NO il sole cadrà sulla terra….!!
Ahahahahahah
e comunque le leggi e le leggine salvabanche le approvano in due settimane…
Se vince il no non sara’ l’apocalisse, ma un salto nel buio sicuramente. Io voto SI
Io voto Si convinto
metticila faccia almeno .. una qualunque .. e qualche “amico” in più su FB .. altrimenti sembri un troll a pagamento creatura bella … e perdio! .. pure “convinto” sei messo male
Io voto SIIIIIIIU
Traditrice della patria
Banca Etruria purtroppo è successa anche perché le persone hanno firmato colpevolmente cose che non conoscevano…