Il 2017, annunciato come anno di discordia, ci sta guidando sempre più verso l’incertezza. Guardatevi intorno e chiedetevi: doveva veramente finire così? Pensate alla Francia, dove un 39enne slegato da ogni formazione politica è riuscito a sbaragliare i partiti storici prima e a dissipare la deriva fascista dopo. Pensate alla Spagna, dove non si è più in grado di garantire una stabilità parlamentare, all’Austria che dopo aver votato ad aprile dello scorso anno si ritrova punto e a capo o all’Olanda che, nonostante la vittoria di Rutte, sta tentando in tutti i modi di tenere lontano dal potere il populista Wilders ed il suo PVV.
Benché la situazione generale del vecchio continente possa sembrare precaria, l’Italia non è certamente esclusa da questa crisi partitica. Sembrerà assurdo ma stiamo tornando verso il “bipartitismo imperfetto“, espressione coniata da Giorgio Galli per definire la situazione politica della Prima Repubblica negli anni ’70, con due grandi partiti che facevano da polo di attrazione per tutti gli altri. Da una parte Matteo Renzi, che una volta vinte le primarie ha ridisegnato a sua immagine e somiglianza il PD, rendendolo il partito di Renzi e dei renziani; dall’altra il Movimento Cinque Stelle, che secondo gli ultimi sondaggi si attesterebbe intorno al 30%, percentuale che grosso modo è sempre la stessa da dopo il referendum costituzionale. Ed è proprio sulla scia di questi numeri che i grillini sperano di andare alle urne il prima possibile, forti di questo – seppur minimo – distacco dal Partito Democratico.
Articolo 1 e Sinistra Italiana, invece, convergono su un’alleanza con altri partiti, nella speranza che stavolta la coalizione di tutto il centrosinistra possa fare davvero la differenza in sede di voto, in attesa di capire se sarà possibile mettere in atto il progetto di unificazione auspicato da Giuliano Pisapia e il suo Campo Progressista. Questo dipenderà soprattutto dalla legge elettorale: se verrà approvato il (finto) modello tedesco con uno sbarramento al 5% si andrebbe verso la lista unitaria.
Dall’altra parte la destra appare desolata senza la presenza di Berlusconi e ora che la sua ineleggibilità è stata confermata si prospetta un periodo difficile anche per Salvini e Meloni.
Dunque, dando un’occhiata alle previsioni degli esperti, il pericolo populismo è rappresentato dai cinque stelle, più che dalla Lega. Ciò che preoccupa è soprattutto l’antagonismo che si è acuito con i renziani. Né il PD né il M5S hanno le caratteristiche di quello a cui siamo stati abituati per un secolo: il primo è diventato la brutta copia di quello per cui era stato concepito nel 2007, il secondo alterna idee irreprensibili a programmi deleteri (come l’uscita dall’Eurozona). Entrambi sono l’antitesi della politica convenzionale e riflettono il mondo attuale che cerca in tutti i modi di proteggersi da fantomatiche minacce esterne, che ostenta sicurezza e si sente vicino ai meno abbienti, proponendo tutto e di più, ma lasciando a desiderare sul piano della concretezza.
In questo scenario dominato da personalismi e populismi quale dovrebbe essere la scelta migliore (o il male minore) per un giovane italiano della c.d. generazione dei Millennials? L’Italia non si merita niente di tutto ciò, ancor meno l’Europa, che rischia di finire nelle mani di chi vorrebbe smembrarla. E se fossimo di fronte al tramonto definitivo della Seconda Repubblica? Bisogna anzitutto scardinare questo anacronistico isolazionismo, vera e propria malattia diffusasi in tutto il mondo (ultimo capitolo, la decisione degli USA di ritirarsi dai trattati di Parigi sul clima); e il modello neoliberista a cui si ispirano i Renzi e Macron, perché, sebbene funzionante, non dà ascolto alle istanze sociali che vengono dal basso, lasciando praticamente ovunque un vuoto incolmabile che viene rapidamente riempito dai populismi e dai personalismi che hanno affossato non solo la politica italiana.
Più che ambire al governo di questo Paese, mi sembrano come i fantini al “Palio di siena”, occupati a fare scorrettezze agli altri per partire per prime e in posizione migliore. La cosa tragica è che giocano con la democrazia, un bene che dovrebbe essere al primo posto nelle loro aspirazioni.
Come invidio i francesi con il doppio turno . Alla fine delle elezioni hanno sempre una maggioranza certa !
ma poi votano il parlamento a parte.
Penso che la legge elettorale è già stata scritta e approvata dai massoni che ci governano…………tutto questo è mera farsa per far sembrare che c’ è ancora democrazia…………!!!!
Condivido !!!
Ovidio Boggio…………
la risposta è: NO
può , può! a quelli del Italia non frega olla vogliono solo il potere. Ma anche lestrema sinistra si è allineata , potere e soldi.
avete ragione l’incertezza………quando avete votato NO sapevate cosa stavate votando ?
Ma quando si tirano via dai pidi tute 2.
Le urgenze del Paese sono altre , non il voto anticipato. Ma lor signori se ne fregano. La poltrona è più utile dei problemi della gente.