Come da copione. La ricostruzione che non ricostruisce ma spende soldi per progetti totalmente campati in aria. Un film già visto dai tempi del Belice e passato per il Terremoto dell’Irpinia, vera prova generale di un sistema poi andato a regime nei 30 anni successivi.
Succede a Castelluccio di Norcia, il borgo famoso in tutto il mondo per la fioritura di lenticchie; ne hanno parlato per mesi i giornali, anche di recente, dato che i lavori di rimozione delle macerie (nemmeno di ricostruzione del borgo) vanno a singhiozzo. Basti pensare che la strada che lo collegava al resto del mondo è stata riaperta solo una settimana fa.
Eppure, la priorità sembra essere altro, a giudicare da questa notizia, passata sotto silenzio e rilanciata sui social da alcuni comitati locali.
La Regione Umbria, per bocca del suo vicepresidente Fabio Paparelli (PD) ha annunciato la costruzione di un centro commerciale nella Piana di Castelluccio, in pieno Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nonché in mezzo a quello spettacolo che è ancora la fioritura delle lenticchie. L’opera, sarà prevalentemente a carico della Protezione Civile e costerà tra i 2 e i 2,5 milioni di euro.
La domanda che sorge spontanea è: ma sono diventati tutti matti? E’ quello che si sono chiesti anche i cittadini umbri di questa petizione su change.org, che appoggiamo in pieno. Con quei 2 milioni di euro si possono fare tante cose per Castelluccio. L’obbrobrio qui sotto in una valle di bellezza rara, benché spacciata per “ambientalista”, anche no: ne abbiamo avute fin troppe in Italia di cattedrali nel deserto (perché questo rischia di diventare Castelluccio se le istituzioni non si muovono a renderlo nuovamente un centro abitabile).
Altro che centro commerciale: servono LE CASE.