È di pochi giorni fa la notizia di un increscioso incidente, che avrebbe potuto trasformarsi in una ben peggiore tragedia, di un ragazzo diciassettenne che, svolgendo l’attività prevista dall’alternanza scuola-lavoro in una ditta specializzata nella revisione e riparazione di motori nautici e industriali, poco dopo averlo azionato, ha ribaltato un carrello trasportatore, finendo schiacciato sotto di esso. Risultato: frattura scomposta della tibia. Sembra quasi superfluo precisarlo, ma lo studente-lavoratore non aveva le competenze e il patentino idoneo al trasporto del carrello.
L’alternanza scuola-lavoro è uno dei progetti più attesi e, da alcuni, più desiderato, inserito nella l. 107 del 2015, maggiormente conosciuta come la legge della “Buona Scuola”. Dovrebbe trattarsi di un percorso, obbligatorio per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori, che veda affiancati, in alternanza, la formazione scolastica e un’esperienza lavorativa di quattrocento ore negli istituti tecnici e professionali e duecento ore nei licei. Una novità, come si legge sul sito del Miur, “in linea con il principio della scuola aperta.” Cosa s’intenda precisamente con questo principio, tuttavia, non è dato sapere.
La “Buona Scuola” è stato uno dei prodotti legislativi più pubblicizzati durante il Governo di Matteo Renzi. Pone una visione, secondo i legislatori, assolutamente innovativa dell’ambito scolastico: “La scuola deve – come si legge sempre sul sito del Miur – diventare la più efficace politica strutturale a favore della crescita e della formazione di nuove competenze, contro la disoccupazione e il disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro.” L’idea della scuola come strumento per introdurre i giovani nel mondo del lavoro già in giovane età e, conseguentemente, per combattere la disoccupazione, è talmente innovativa, da poter essere ritrovata negli intenti della Riforma Gentile, datata 1923, più di novant’anni fa.
Ora che siamo giunti al secondo anno dell’alternanza scuola-lavoro, è giunto trarre alcune conclusioni: questo progetto non ha nulla a che fare con il servizio civile volontario, che pure “opera nel rispetto dei principi della solidarietà, della partecipazione, dell’inclusione e dell’utilità sociale nei servizi resi, anche a vantaggio di un potenziamento dell’occupazione giovanile”, come si legge sul suo sito ufficiale; da quanto si apprende sempre dal Miur non è neanche un tirocinio o un apprendistato. Dopo due anni, finalmente, sappiamo, dalle testimonianze dei giovani coinvolti, di cosa si tratta: c’è chi è stato costretto a distribuire volantini per dodici ore al giorno, chi a pulire bagni, chi è passato da studiare Platone a dover lavorare in ambienti salubri come le raffinerie di petrolio, chi, più fortunato, a lavorare in Ferrari o Ducati.
Purtroppo ciò non è che la punta dell’iceberg: negli accordi nazionali con il Miur spuntano aziende multinazionali come McDonald’s, Ibm, Ericsson o Eni. Tra gli accordi regionali troviamo l’Ordine degli Avvocati di Milano, la Diocesi di Novara, il Polo museale di Firenze, l’INAIL della Regione Umbria e via dicendo.
Gli ambiti e le competenze più disparati per degli adolescenti. Che finiscono a svolgere mansioni non retribuite, in condizioni degradanti e, talvolta, pure a proprie spese: secondo un’inchiesta dell’Unione degli Studenti, tra i promotori della manifestazione di oggi, 13 ottobre “In Sardegna o nel Molise per mancanza di un tessuto produttivo sul territorio in grado di sopperire alla mole di studenti, le scuole si sono trovate costrette a far spostare gli alunni dalla Regione chiedendo a questi ultimi di sopperire alle spese per lo spostamento con somme che hanno raggiunto i 300-400 euro“. Certo, non mancano delle testimonianze positive, ma rappresentano una scarna minoranza.
È lecito chiedersi (ma altrettanto lecita sarebbe una risposta) come possa essere formativa un’esperienza lavorativa, a proprie spese, in aziende spesso accusate di alienazione e sfruttamento dei propri dipendenti. I quali, in alcuni casi, sono stati licenziati, per far posto ai ben più “economici” studenti. È, inoltre, giusto chiedersi se non sarebbe stato più interessante l’estensione di un progetto decennale, come quello del Volontariato civile nazionale, rendendolo un servizio civile obbligatorio. Domande che, assai probabilmente, non troveranno mai risposta.
Il vero insegnamento, che bisognerebbe trasmettere agli studenti, e con ogni forza perseguire, è che il lavoro deve essere pagato, sempre. Al principio della scuola aperta, sarebbe consono rispondere con il principio valoriale dell’articolo 4 della nostra Costituzione: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
La sanità è diventata un’azienda….forse è anche peggio.
…sempre a proprie spese
Ma davvero pensate ancora che con questi nostri governanti, servano ancora manifestazioni pacifiche..?? Illusi..!! Ci vogliono le vanghe le zappe, e i tortori, come nei tempi antichi
Se non spacchiamo qualche cranio…
ennesimo fallimento e non sarà l’ultimo purtroppo la nostra classe politica essendo lo specchio del Paese è incapace di fare cose che non siano solo quelle legate al proprio meschino interesse personale
Il fatto che l’alternanza scuola lavoro sia non retribuita ritengo sia giusto. Il problema principale è che il luogo di lavoro che ti viene assegnato spesso non riscontra né gli Interessi dello studente, né alle volte è addirittura inerente al corso di studio portato avanti. Oltre al fatto che i Ragazzi vengono spesso sfruttati per lavori che non ti formano sotto nessun aspetto.
vi stupiremo con effetti speciali…….ma si può prendere sul serio una cosa cosi?buffoni solo buffoni……
E i genitori non sono vacche da mungere ogni anno scolastico l’album di quella marca i pennarelli di quell’altra le tempere vanno bene solo quelli che dicono loro!!!!!!!… ma che cacchio dicono!!!!!!.. mi sono diplomato ugualmente senza svenare i miei genitori!!!!!!
Ennesimo contributo all’imprenditoria del potere. Gli studenti non sono stati destinati ad aziende artigiane, capaci di trasmettere qualcosa, ma ai MacDonald, già esperti nello sfruttamento del lavoratore.
Inciderà pure sul voto finale del nuovo capolavoro chiamato esame di maturità. Aiuto!
Avete voluto il PD?
Ecco il commento del grillino, quello non manca mai. Ma vi hanno fotocopiati? Siete più prevedibili della routine in un ospizio.
Scusa, ma da chi è stata fortemente voluta la “buona scuola” ?
E chi ti dice che chi è contrario all’alternanza scuola lavoro e alla legge abbia votato PD? Ce l’avete sempre in bocca il PD, è un’ossessione. Polemici, mai costruttivi, mai con una riflessione di sostanza. Siete la trasposizione in politica delle lamentele da bar.
Polemici? Non costruttivi? Che c’è di costruttivo in un sistema scolastico allo sfascio dove si vantano pure di fare lavorare gratis i ragazzini???? Qua non è questione di polemiche, qua è questione che non voglio essere complice di questo schifo! E te lo dico da genitore che ha appena speso oltre 2500 euro tra tasse scolastiche e libri (con buona pace per il diritto allo studio)
Asya Rodilossi Claudia Nazionale
vogliono sottomettere il sapere alle logiche di sfruttamento capitalistico, marks aveva ragione