Che valore ha la vita umana?
Fatemi capire, c’è un catalogo in cui i prezzi cambiano a seconda del colore della pelle e della nazionalità? Ci sono vite che possono essere spezzate, che sono inferiori ad altre? No, non rispondete. Vi prego. Ho paura. Ho paura del vostro silenzio cosi come delle vostre parole.
Delle vostre parole: ‘Onore a lui’, ’10, 100, 1000 Luca Traini’, ‘Bravo, ma dovevi prendere meglio la mira!’, ‘Oggi noi ci schieriamo con Luca Traini’. È un po’ come se la comunità dei migranti si fosse schierata a difesa del presunto assassino della povera Pamela. E no, non l’ha fatto, non l’ha difeso. La verità è che voi non siete uomini. Siete cosi pieni di odio da non rendervi conto che la vostra pretesa di superiorità vi rende così piccoli, così meschini. Meschini, perché vi nascondete dietro la violenza, delle parole come delle armi. È ora che lo sappiate: se vi viene più naturale picchiare o sparare che tendere una mano, allora non siete forti, siete più deboli di un filo di paglia al vento.
Del vostro silenzio: perché per me significa silenzio non urlare che si tratta di un attentato terroristico di matrice FASCISTA, facendolo passare come un semplice gesto di uno squilibrato. È un silenzio che fa paura, quello di fronte a una società che si rivolta ogni giorno sempre di più contro i più deboli, indottrinata da campagne d’odio decise a tavolino. È un silenzio che fa paura, perché è impossibile che a nessuno è capitato di sentire in autobus ‘se viene a sedersi accanto a me giuro che lo meno, a quel negro di merda!’.
Io so che la parte sana di questa società è in proporzione molto più grande di quella malata di odio e di razzismo. Ma “perché il male trionfi, è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione”, perciò basta con questo silenzio colpevole. Chiamiamo le cose con il loro nome. Questo è fascismo, e il fascismo è un crimine. E come tutti i crimini, non denota forza, ma solo una profonda debolezza. Debolezza di fronte alla storia, debolezza di fronte ad ogni uomo libero.
Mi torna alla mente una frase di Vittorio Arrigoni:
Ho la videocamera con me, ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman, non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco, perché piango anche io.
Questa è la vera forza. La forza di essere fragili. La forza di avere empatia. Di soffrire davanti ad un corpo maciullato. Di qualsiasi colore esso sia, da qualunque parte del mondo esso provenga.
“Restiamo umani!” era il grido di Vik.
A voi, di umano, non è rimasto nulla.