“Alberta s’è persa l’agenda”, è l’iconica battuta che l’indimenticabile Gigi Proietti recita nei panni del Conte Duval. Mi è tornata in mente questa frase, che potrebbe benissimo descrivere la situazione della sanità lombarda, dopo l’odissea, non ancora conclusa, cui è costretta mia madre per prenotare visite ed esami in Lombardia. E come lei migliaia di altri cittadini.
Alberta in questo caso è Letizia, intesa come Moratti, assessora alla sanità lombarda, che di recente ha varato una riforma che insiste su quel modello inaugurato 30 anni fa da Formigoni, nonostante l’inefficienza dimostrata durante la pandemia.
Il sistema infatti funziona alla perfezione, se puoi permetterti di spendere cifre da capogiro in strutture private o se hai i soldi per pagarti un’assicurazione sanitaria, sul modello USA. Per tutti gli altri, il messaggio è chiaro: arrangiatevi e aspettate i tempi biblici delle liste d’attesa.
Le agende per il 2022? A dicembre non ci sono
Il problema non sono solo i tempi biblici per esami e visite, che portano inevitabilmente chi ha patologie gravi a rivolgersi al privato. Il problema sono soprattutto le agende per fissare gli appuntamenti, che magicamente non ci sono mai.
Lo scenario classico è il seguente. Chiami il call center: “le agende non ci sono, vada allo sportello“. Vai allo sportello: dopo ore di fila, la risposta è sempre la stessa. Nell’anno del signore 2021 puoi fare tutto col cellulare, ma negli ospedali pubblici lombardi, al Policlinico in particolare, non hanno le agende!
Ovviamente le agende saltano fuori, quando preso da disperazione minacci di segnalare la cosa agli uffici competenti regionali. Così mia madre è riuscita miracolosamente ad avere, tre settimane fa, un appuntamento per degli esami che cercava invano di prenotare da giugno.
Non è stata altrettanto fortunata per un’ecografia alla spalla: nonostante l’urgenza sulla ricetta, non c’è posto da nessuna parte. Se non a pagamento in una struttura privata, si intende. Che anche quando è convenzionata e ti permette di prenotare sul sito, inserendo persino il numero di ricetta, poi ti risponde via mail che la prestazione richiesta viene erogata solo a pagamento e non in regime di Servizio Sanitario Nazionale.
Niente agende? Vai dal privato
L’apice si è raggiunto ieri, quando a seguito di una visita alla Clinica Odontoiatrica, è stata rimbalzata da uno sportello all’altro per sentirsi dire sempre la stessa cosa: “non ci sono le agende“. Quindi se alla visita nella stessa struttura ti dicono: “Vada subito, così non si aggrava troppo“, ti arrangi. A meno che tu non sia fortunato (si fa per dire) a incrociare un medico che ti dice: “le faccio una ricetta rossa così va da un privato convenzionato“.
Vi sembra normale doversi rivolgere a una struttura privata, benché convenzionata, nonostante si sia in cura da anni in una struttura pubblica, perché non ci sono le agende? Secondo me no. Insomma, assessora Moratti, l’eccellenza è un’altra cosa. E per favore, ritrovi questa benedetta agenda.
P.S. Dopo mezz’ora di attesa, la ricetta rossa non le è stata rilasciata. Il medico si è infatti dileguato, probabilmente a mangiare, dato l’orario a ridosso del pranzo. Oltre alle agende, mancano pure le buone maniere.