Il 12 novembre 2010 nasceva questo blog, con il modesto obiettivo di dire “Qualcosa di Sinistra“. Ci presentavamo come “giovani nati dopo la caduta del Muro di Berlino alla disperata ricerca di Sinistra“. Ora, a parte il fatto che siamo tutti meno giovani, si resta davvero sconfortati a constatare come non solo il primo articolo, “La Sinistra in esilio“, sia ancora così attuale, ma soprattutto come la situazione sia addirittura peggiore.
La Destra sempre più estrema vince
Negli Stati Uniti rivince, pur mantenendo gli stessi voti di quattro anni fa, Donald Trump, che può tranquillamente essere definito il remake americano di Silvio Berlusconi, da cui ha copiato persino le parole d’ordine contro i “comunisti” del partito democratico americano; talmente comunisti che, complice anche il sostegno diretto al genocidio di Gaza, hanno perso più di 11 milioni di voti rispetto a quattro anni fa, in larga parte andati nell’astensione e nel voto alla candidata dei Green, come mostrano le prime analisi dei flussi elettorali.
In Europa non va meglio: l’onda nera si rafforza grazie a quei partiti socialisti e social-democratici, con l’unica eccezione della Spagna, che quando vanno al potere si mettono subito a tradire le promesse elettorali, applicando ricette di destra, a partire dalla corsa agli armamenti. Il caso lampante è la Germania: in tre anni la SPD ha dilapidato un patrimonio politico di consenso faticosamente riconquistato dopo 20 anni di opposizione o di collaborazione con la CDU/CSU della ex-cancelliera Angela Merkel.
La Sinistra perde ovunque
In Italia, come in Europa e negli States (che comunque fanno caso a parte), il problema è lo stesso: l’ossessione di voler rappresentare tutti, a partire dalla cosiddetta classe media, finendo per perdere il sostegno di quella e pure del proprio elettorato storico. Si ripete come un mantra che “si vince al centro“, quando la Destra vince invece dappertutto con programmi “massimalisti” rispetto alle sue battaglie storiche.
In Italia qualche ex-comunista convertitosi sulla strada delle poltrone ha dichiarato che “siamo nati per vincere”. Il bello, come ricordavo all’indomani delle elezioni politiche, è che da quando è nato il Partito Democratico hanno praticamente sempre perso. Non solo non conquistano le regioni storicamente in mano alla Destra, ma perdono addirittura le roccaforti rosse, sia a livello locale che regionale. Mentre in Regioni come la Campania il centrosinistra al potere è l’emblema di tutto quello che la Sinistra non dovrebbe essere, a partire dal clientelismo sfacciato e gli scandali legati ai tesseramenti.
E la sconfitta non è più solo elettorale, ma è proprio a livello di “egemonia culturale“, che è ancora più grave. Perché oramai non ci provano nemmeno più a proporre temi che si discostino dal mainstream liberista.
Il premio Nobel per la letteratura Josè Saramago, in una delle sue ultime interviste, disse: “ogni volta che la Sinistra vince e va al governo, prepara la sua sconfitta, perché si appiattisce sui programmi della destra”. Una verità sacrosanta, cui siamo oramai abituati dal 1996.
Ripartire da quegli obiettivi
In un periodo in cui, come sempre agli anniversari tondi, è tornato di moda Enrico Berlinguer, tocca citarlo per l’ennesima volta, anche a costo di sembrare ripetitivi. D’altronde, come erano soliti dire certi antenati, “repetita iuvant“. Leggete il passo che segue.
“Quali furono infatti gli obiettivi per cui è sorto il movimento per il socialismo?
L’obiettivo del superamento di ogni forma di sfruttamento e di oppressione dell’uomo sull’uomo, di una classe sulle altre, di una razza sull’altra, del sesso maschile su quello femminile, di una nazione su altre nazioni. E poi: la pace fra i popoli, il progressivo avvicinamento fra governanti e governati, la fine di ogni discriminazione nell’accesso al sapere e alla cultura.
Ebbene, se guardiamo alla realtà del mondo d’oggi chi potrebbe dire che questi obiettivi non sono più validi? Tante incrostazioni ideologiche (anche proprie del marxismo) noi le abbiamo superate.
Ma i motivi, le ragioni profonde della nostra esistenza quelle no, quelle ci sono sempre e ci inducono ad una sempre più incisiva azione in Italia e nel mondo.”
Queste parole l’ex-Segretario del Partito Comunista Italiano le disse nella sua bella intervista a Ferdinando Adornato sul “Duemila”. Sono passati 41 anni da allora. E i casi sono due: o Berlinguer era troppo avanti o noi abbiamo fatto troppi passi indietro. Molto probabilmente entrambe le opzioni sono sul campo.
Consapevoli anche dei nostri limiti, la domanda a questo punto sorge spontanea. Ora che abbiamo incredibilmente scoperto che la Destra fa la Destra, quand’è che la Sinistra tornerà a fare la Sinistra? Ma soprattutto, quand’è che andremo oltre il “Qualcosa” per provare a ricostruire un progetto e un’idea di mondo che sia diversa dal mero aggiustamento dell’esistente?
Senza, il mondo intero ripiomberà in un’epoca più oscura di quanto si creda. Diamoci una mossa.