Gli Antichi Romani erano soliti dire “In vino veritas” (trad. letterale: nel vino sta la verità, ovvero quando qualcuno è ubriaco è anche senza freni e quindi sincero al 100%). Dopo quello che è accaduto ieri sera a Giovanni Favia, consigliere regionale del M5S in Emilia-Romagna, potremmo parafrasare tranquillamente questo antico proverbio con “In osceno veritas“, ovvero “nel dietro le quinte sta la verità“.
In una conversazione registrata di nascosto da un giornalista de La7 che lo aveva appena intervistato, quello che fino a ieri era il più famoso tra i rappresentanti a 5 Stelle ha confermato quello che su questo blog il sottoscritto andava ripetendo da mesi, dopo aver studiato da vicino la realtà del M5S: al suo interno la democrazia diretta è nulla. Per alcuni articoli (a rileggerli oggi profetici) mi sono beccato valanghe di insulti, minacce e quant’altro dall’esercito grillino orchestrato da Casaleggio, ma va bene così, fa parte del gioco: del resto, fanno lo stesso anche gli altri trinariciuti di partito, quando si tocca il proprio leader di riferimento.
Queste alcune delle rivelazioni di Favia:
“Casaleggio prende per il culo tutti perché da noi la democrazia non esiste.“
“Grillo è un istintivo, lo conosco bene, non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere. I politici, Bersani, non lo capiscono. Non hanno capito che c’è una mente freddissima molto acculturata molto intelligente dietro, che di organizzazione, di dinamiche umane, di politica se ne intende.“
“Io con Santoro me la sono cavata, ma applicando un veto. Ho preso anche l’applauso ma mi è nche costato dire quello che non pensavo. Lui (Beppe Grillo, ndr) espellendo Tavolazzi ha soffocato nella culla un dibattito che stava nascendo in rete in contrapposizione alla gestione Casaleggio.“
“ha sempre deciso Casaleggio da solo, ha sempre fatto così. Casaleggio controlla dall’alto tutta questa roba? Tutta. Lui quando qualcosa non va telefona o fa telefonare Grillo. È spietato, è vendicativo. Adesso vediamo chi manda in Parlamento, perché io non ci credo alle votazioni on line, lui manda chi vuole. (…) Il problema è che loro hanno messo in moto una macchina che sarebbe davvero un faro, potrebbe esserlo anche al livello mondiale se loro superassero quella complicità di sistema padronale che hanno. Sarebbe una bomba incredibile.“
Ora, benché Favia abbia cercato di mettere una toppa a queste affermazioni che in sostanza mettono nero su bianco che il vero padrone del Movimento è Casaleggio, la toppa è risultata peggiore del buco. La domanda ora è: anche Favia, dopo aver dichiarato qualcosa “sotto intercettazione” e averla parzialmente smentita è della Kasta? Se la smentita vale per lui, allora vale anche per tutti gli altri rappresentanti dei partiti. O no?
Ancora: se il giornalista è stato scorretto a registrare una conversazione privata, perché quegli stessi militanti che attaccano PiazzaPulita portavano in trionfo Mattia Calise, consigliere comunale milanese, quando registrò (e poi distrusse) le conversazioni private tra consiglieri alla buvette di Palazzo Marino, dove a suo dire “i consiglieri si accordavano sotto banco“? La violazione “della privacy” è a senso unico?
E che dire dell’attacco terroristico operato dallo stesso Calise ai danni di Pasquale Videtta, blogger di SEL, accusato di ricevere stipendi mai incassati per fare le pulci a lui e a Favia (le cui scuse con conseguente rettifica non sono mai state pubblicate?).
La diversità dei Cinque Stelle dove sta? Nel fatto che usano un po’ di più internet rispetto agli altri? Wow, una vera rivoluzione.
No, la vera rivoluzione è un’altra, come ha ricordato Nando Dalla Chiesa lunedì commemorando la figura del padre: fare sì che “le istituzioni siano sempre più importanti di una tessera di partito“. E che piaccia o non piaccia ai militanti a 5 stelle, loro una tessera di partito in tasca ce l’hanno (la prova è che un semplice cittadino non iscritto al 5 Stelle non può votare per la riconferma dei consiglieri o votare le proposte interne, come è normale che sia). E difendendo acriticamente Grillo, anche quando sbaglia, stanno facendo l’interesse di quella tessera e non delle istituzioni e dei cittadini. Esattamente come tutti gli altri che dicono essere morti e voler spazzare via.
Ora, qualcuno di questi militanti dovrebbe chiedere scusa (uno di loro scrisse addirittura che i senza tessera e i senza partito come il sottoscritto sarebbero una sciagura per l’Italia). Non lo faranno mai. E questo li renderà esattamente uguali a quelli che vorrebbero sostituire per qualità e quantità.