Se Matteo Renzi vincerà le primarie domenica prossima la prima telefonata di ringraziamento la deve fare a lei: Rosy Bindi. Se va ancora in televisione un paio di volte a rappresentare Pier Luigi Bersani, per il segretario del PD è finita. Questo, ad oggi, è l’unico dato certo.
La scandalosa performance televisiva (non la prima) della Presidente del PD ieri su RaiTre ha fornito più di una conferma a chi si era domandato se avesse fatto bene a votare Matteo Renzi solo per la famosa “rottamazione”: tra lei e tutta la vecchia guardia ex-ds ed ex-margherita non si contano più oramai le imbarazzanti comparsate televisive che hanno convinto migliaia di persone a scegliere il pupo fiorentino, benché indigesto ai più sotto parecchi punti di vista.
Quanta gente, pur di levarsi dalle scatole le Bindi, i Marini, i D’Alema e compagnia cantante, ha votato e voterà Matteo Renzi? Tanti, tantissimi. E non perché piaccia la rottamazione, ma semplicemente perché non se ne può più di questa gente con un passato fallimentare che è sempre lì a dirti cosa bisogna fare per vincere, ostentando quell’arroganza e quella presunzione tipici dei politicanti da quattro soldi.
Inoltre, il vaffa in diretta alla Berlinguer è solo la punta dell’iceberg, una conferma di più che, vinca Renzi o Bersani, quelli/e come Rosy Bindi se ne devono andare: non rappresentano più nessuno, sono distanti anni luce dai problemi della gente e, politicamente, non possono offrire più nulla e contribuire con idee al rilancio del Paese. Con una battuta: la Berlinguer fa bene il suo mestiere, la Bindi difende male la sua poltrona.
Se Bersani vuole vincere, domenica, dichiari pubblicamente che farà piazza pulita di questa gente e che favorirà il ricambio puntando sui tanti giovani che pur ci sono nel PD. Se vuole consegnare il Paese a Matteo Renzi, mandi in onda qualche altra volta Rosy Bindi: con lei, il risultato è assicurato.