È oramai da tre anni e mezzo che una gravissima crisi del debito sovrano ha colpito la Grecia, ed insieme ad essa anche tutti gli altri paesi dell’Europa del sud, Italia compresa.
L’Europa, per mano della Troika (una commissione composta da BCE, FMI e Commissione Europea) detta ai paesi indebitati le misure di austerità da adottare in cambio dell’erogazione di prestiti. Con questa dinamica gli interessi da pagare sul debito aumentano a dismisura, creando una situazione di fatto insostenibile, alla quale si devono aggiungere le dure conseguenze derivanti dalle politiche di austerità, che invece di far diminuire il debito portano solamente povertà, disoccupazione, e tanta disperazione. Ma non solo.
Un’altra grave conseguenza dell’austerità è il rafforzamento di movimenti e partiti di estrema destra in tutta Europa, con il loro carico di odio razziale, omofobia, violenza e disprezzo per i valori democratici e antifascisti. Il populismo e la loro retorica anti-immigrazionista e anti-europeista permette a queste formazioni di aumentare a dismisura i propri consensi e i propri voti, e di conseguenza di entrare all’interno delle istituzioni.
Un esempio evidente di questa dinamica è proprio quello greco: il movimento di estrema destra Alba Dorata ha aumentato a dismisura i propri consensi negli ultimi anni.
Fondato nel 1993 da Nikòlaos Michaloliàkos, suo leader attuale, tale movimento è sempre stato ai margini della scena politica greca, contando consensi e percentuali di voti irrisori.
La svolta è arrivata durante le elezioni comunali di Atene del 2010, l’anno della prima operazione di “salvataggio” dei conti della Grecia: in quell’occasione Alba Dorata ottenne il 5,3% dei consensi e mandò in consiglio comunale proprio Michaloliakos. Da qui in avanti la fortuna della formazione xenofoba e nazista sarà sempre in salita.
I militanti di Alba Dorata si sono spesso resi autori di molte azioni spettacolari, di stampo razzista e fascista. Tra questi la distruzione delle bancarelle in un mercato ateniese gestite da migranti dopo aver domandato a questi il permesso di soggiorno, operata tra l’altro da due parlamentari, o la distribuzione gratuita di cibo solo ai cittadini greci. Grazie a queste azioni tali individui balzano sempre all’onore delle cronache, acquisendo sempre più visibilità politica. Spesso agiscono in combutta con la polizia greca, il principale bacino di voti di Alba Dorata, divenendo la loro “stampella” nel caso in cui le azioni da intraprendere contro immigrati e militanti di sinistra siano ai margini della legalità, se non completamente illegali. Il legame che si è venuto a stabilire tra forze dell’ordine ed estremisti di destra è oramai assodato. Pestaggi e violenze sono oramai all’ordine del giorno.
Durante le elezioni politiche del 2012 la formazione politica ottenne il 6,9%, entrando in parlamento con 18 seggi. La vita politica del paese ellenico è oramai compromessa, ed il sostegno che hanno i nazisti da parte delle forze dell’ordine e da alcuni settori dell’opinione pubblica permette loro di agire completamente indisturbati e impuniti.
Pochi giorni fa il 17 settembre, un loro militante ha accoltellato un rapper antifascista di 34 anni, Pavlos Fyssas (in arte Killah-P). Il ragazzo purtroppo è morto subito dopo.
Tutto ciò avviene nel totale silenzio delle istituzioni europee, che sono le principali responsabili di questa situazione. LA Troika, nella noncuranza e nell’indifferenza più totale continua a spingere il proprio programma di salvataggio a Grecia e Portogallo, miope del fatto che questi movimenti guadagnano sempre più consensi e notorietà man mano che aumentano povertà e disoccupazione, additando gli immigrati come principali causa della crisi. Solo il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, ha chiesto alla Grecia di dichiarare illegale tale formazione.
Concludo l’articolo con una frase semplice con la quale Riccardo Iacona ha chiuso Presadiretta lunedì scorso: “Vogliamo veramente lasciare l’Europa in mano ai fascisti?”