La tematica relativa alle leggi italiane sull’immigrazione è tornata al centro del dibattito politico, dopo il disastro di Lampedusa avvenuto la settimana scorsa.
Mercoledì 9 ottobre, 2 senatori del Movimento 5 Stelle, Andrea Buccarella e Maurizio Cioffi, hanno presentato in Commissione Giustizia del Senato un emendamento che prevede l’abolizione del reato di clandestinità, legge introdotta dal “Pacchetto Sicurezza” del 2009 e fortemente voluta dalla Lega Nord, all’epoca partito di governo. L’emendamento è successivamente passato grazie ai voti favorevoli di PD e Sel.
In un primo momento Beppe Grillo accolse favorevolmente l’azione dei due senatori, sostenendo con un tweet che “da oggi le espulsioni saranno più semplici, non lasceremo morire più nessuno in maniera disumana, ci sarà più scurezza e più legalità”. Ma il giorno successivo, il rappresentante del Movimento 5 Stelle ha sconfessato quanto affermato il giorno precedente e, in un post firmato assieme a Casaleggio, ha affermato di essere in disaccordo con i due senatori, sia nel “metodo che nel merito”.
I punti di maggior interesse del post di Grillo e Casaleggio sono soprattutto due. Primo: il Programma del Movimento non prevede l’abolizione del reato di clandestinità e la decisione presa in Commissione Giustizia è stata del tutto personale senza essere stata discussa né con gli altri senatori, né con la base. Secondo: se il programma elettorale avesse previsto l’abolizione di tale reato, il Movimento avrebbe ottenuto “percentuali da prefisso telefonico”. Grillo chiude poi il tweet dicendo “quanti clandestini siamo in grado di accogliere se un italiano su otto non ha i soldi per mangiare?”.
Dalla decostruzione di quanto sostenuto da Grillo mi sorgono alcune riflessioni. In primo luogo il fatto che il Movimento sia un contenitore vuoto, senza una propria visione del futuro e un’idea di società, ma un catalizzatore dei mal di pancia e del disagio sociale dovuto alla crisi economica che sta sconvolgendo il nostro paese. Data la mancanza di una base valoriale comune nel movimento, Grillo e Casaleggio hanno il compito di riempire questo vuoto, talvolta con argomenti condivisibili, come il rifiuto della TAV, altre volte con temi che, almeno secondo il mio parere, sono di secondo piano e poco importanti. Basta vedere la riscossione delle diarie e molte altre proposte e posizioni vicine ai movimenti di estrema destra europei, quali Alba Dorata in Grecia o il Fronte Nazionale francese. Infatti è proprio questo il secondo punto della mia riflessione: il fatto che il movimento di Grillo sia accumunabile a quei partiti insofferenti verso l’euro e gli immigrati. Poco importa se la xenofobia dei due Guru del M5S non sia ideologica come quella di Borghezio e della Le Pen, ma sia strumentale al fine di intercettare il preziosissimo bacino dei voti di destra. La propaganda che viene fatta getta benzina sul fuoco e, in un momento delicato come questo, ostacola l’azione di chi si batte contro le vergognose leggi sull’immigrazione del nostro paese sfornate dai governi del pregiudicato Berlusconi. La divisione della base su un tema così importante ci fa capire di che proporzioni sia la frattura interna al Movimento (basta vedere i commenti al post TORA TORA sul blog di Grillo). Infine, se pensiamo all’ossessione dei grillini e di Grillo stesso per la “democrazia diretta”, possiamo capire quanto sia pericolosa questo tipo di demagogia, secondo cui la base sarebbe come un cane affamato a cui dare in pasto qualsiasi cosa esso voglia pur di soddisfarlo. Questo mi ricorda un periodo particolarmente infelice della nostra storia. Nel Regno Unito esiste un portale, accessibile a tutti i cittadini. in cui si possono proporre e votare le leggi. Guarda caso, la legge più votata è stata quella sulla reintroduzione della pena di morte. Se queste leggi non avessero avuto uno scopo puramente consultivo, il Regno Unito grazie alla “democrazia diretta” avrebbe fatto un balzo indietro nel tempo di circa 40 anni.
Ovviamente non intendo dire che tutta la base sia così, anzi al suo interno vi sono persone intelligenti e che stimo. Ma, se l’operazione di tenere unita una simile bagarre regge quando si parla di piste ciclabili, non è altrettanto vero con temi importanti come la questione immigrazione. È per questo che come Wu Ming “tifo rivolta” affinché emergano le contraddizioni interne al movimento. E ovviamente perché nasca una seria alternativa di sinistra.