Sono stanco di dover sentire ogni giorno dei problemi di un riccone che ha affondato il paese.
Sono stanco di un partito che si definisce di “sinistra” e ha perso di vista la difesa dei più deboli.
Sono stanco di “falchi” e “colombe”, perché nella natura non esistono animali buoni e animali cattivi.
Sono stanco di leggere “…i mercati hanno reagito…”, come se l’esistenza fosse un mercato.
Sono stanco di chi parla di “crescita economica”, perché in un sistema chiuso come il nostro pianeta, è impossibile crescere all’infinito.
Sono stanco delle risse televisive, perché oltre ad essere squallide, succede che poi i riottosi vanno a cena insieme.
Sono stanco di chi dice che si vive per il lavoro, perché è vero il contrario.
Sono stanco di dovermi ritenere fortunato ad avere il lavoro, perché le fortune dovrebbero essere altre nella vita.
Sono stanco dell’individualismo imperante, perché rende le persone sole.
Sono stanco del culto del denaro, perché è il metro di giudizio con cui gli inetti diventano potenti.
Sono stanco del “…lo faccio perché è utile” invece del “…lo faccio perché mi piace”.
Sono stanco di sentir dire “choosy” e “bamboccioni” da chi vive nel privilegio.
Sono stanco di sentire la parola “meritocrazia” sulla bocca dei mediocri.
Sono stanco delle persone “so-tutto-io”, perché secondo me ha ragione Socrate.
Sono stanco dell’arroganza, perché è il seme da cui nascono i totalitarismi.
Sono stanco degli estremismi, perché coltivano il lato peggiore della natura umana.
Sono stanco della mancanza di buone maniere, perché inaridisce il vivere comune.
Ma non mi stancherò mai di lottare per i più deboli, per chi sta peggio di me, per il rispetto verso il prossimo. Perché per quanto possa essere stanco, la forza dell’ideale di uguaglianza non esaurirà mai la sua spinta verso il miglioramento della condizione umana.
Altrimenti non vale la pena vivere.