Come tutti sappiamo, l’aumento della temperatura della Terra è dovuto in gran parte all’azione dell’uomo. Gli scienziati che studiano il clima sono concordi nell’affermare che questo aumento porterà a sconvolgimenti climatci che avranno un impatto catascrofico sul pianeta. La causa principale dell’innalzamento della temperatura è l’anidiride carbonica prodotta dall’uso di conbustibili fossili quali petrolio, carbone e gas.
Secondo il Rapporto Green Growth Studies Energy dell’OCSE, nonostante queste fonti energetiche siano responsabili dello squilibrio climatico, continuano a ricevere incentivi 5 volte superiori rispetto alle energie rinnovabili. L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha individuato almeno 250 meccanismi, diretti e indiretti, di finanziamenti pubblici nel mondo per le energie fossili, per un totale stimabile intorno allo 0,7% del PIL mondiale. La stessa IEA stila tutta una serie di motivazioni per cui gli Stati non dovrebbero più fornire incentivi alle energie fossili in quanto: distorcono il mercato energetico togliendo incentivi alle energie rinnovabili, aumentano la produzione di anidride carbonica e l’inquinamento locale, incoraggiano lo spreco energetico, e sono sproporzionate in favore della classe sociale più ricca.
In un Paese come l’Italia, il quale deve importare i combustibili fossili per provvedere al suo fabbisogno energetico e che ha visto aumentare la sua richiesta di energia di circa il 50% negli ultimi 10 anni, è assurdo che non ci sia una politica lungimirante nel campo energetico. Anzi, avviene proprio il contrario: lo Stato italiano sovvenziona pubblicamente le fonti fossili attraverso sussidi ai trasporti, sussidi alle centrali da fonti fossili e sussidi per vecchie centrali a olio combustibile.
Questo incentivo pubblico grava per oltre l’80% sulla bolletta degli italiani dove invece l’energia consumata dalle famiglie deriva per oltre il 34% da fonti rinnovabili. E’ chiaro come ci sia una disparità di trattamento da parte dello Stato fra fonti energetiche fossili e fonti rinnovabili. Le energie “pulite”, sul mercato italiano, devono fare i conti con tecnologie “obsolete” che godono di un occhio di riguardo da parte dello Stato.
E’ un po’ la metafora dei nostri tempi dove il “vecchio sistema” rimane ancorato al proprio posto nonostante sia controproducente, mentre il “nuovo sistema” fatica ad affermarsi in quanto combatte una lotta impari.
Fonte: Legambiente, dossier energia