In questo periodo sta circolando una favola a dir poco edificante. Alcune persone sostengono che, per sconfiggere in modo definitivo la crisi economica che sta devastando il nostro continente dal 2008, sia necessario costruire gli Stati Uniti d’Europa e superare quindi la dimensione tradizionale degli “stati-nazione” del Vecchio Continente. Questa prospettiva è in larga parte condivisibile e affonda le proprie radici nel meraviglioso “Manifesto di Ventotene” redatto da Altiero Spinelli e da Ernesto Rossi negli anni Quaranta del Novecento, ma si scontra in modo a dir poco violento con alcuni dati di realtà che difficilmente potranno essere rimossi.
Il primo scoglio per questo progetto è individuabile nel fatto che l’Unione Europea non è mai stata così odiata come in questo preciso momento storico. Essa è detestata per alcuni ottimi motivi, basti pensare ai programmi “lacrime e sangue” imposti dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea al popolo greco. L’attribuzione di altri poteri alle autorità di Bruxelles è un’azione che non è dunque all’ordine del giorno perché incontrerebbe troppi ostacoli lungo il proprio cammino.
Il secondo scoglio è che la stragrande maggioranza dei governi europei non ha alcuna intenzione di rinunciare alle proprie sfere di autorità e nelle cancellerie europee la sola espressione “Stati Uniti d’Europa” è l’oggetto di numerosissime barzellette, più o meno riuscite.
Il terzo ed insuperabile scoglio è rappresentato da un grande Paese europeo, che fa parte del novero delle nazioni fondatrici della Comunità Europea. Questo Paese è la Francia. Il 20 settembre del 1992 l’allora Presidente della Repubblica, il socialista François Mitterand, chiamò alle urne i nostri cugini transalpini per votare “oui” o “non” ad un referendum sul trattato di Maastricht, che passò per il rotto della cuffia con il 51% di voti favorevoli. Il 29 maggio del 2005, invece, il Presidente della destra gaullista Jacques Chirac indisse una consultazione elettorale sulla Costituzione Europea: il 55% dei francesi bocciò la carta fondamentale del continente. Coloro i quali continuano a raccontare la fiaba sugli “Stati Uniti d’Europa” non hanno fatto minimamente i conti con i cittadini francesi, i quali non cederanno MAI la propria sovranità in modo definitivo ad un nuovo super-stato del Vecchio Continente. Qualsiasi Presidente della Repubblica transalpino, se organizzasse un referendum su questa tematica, verrebbe sommerso da una valanga di “non”.
Durante la campagna elettorale per le elezioni europee di maggio sentiremo ancora questa favola. L’importante è sapere che gli “Stati Uniti d’Europa” non esisteranno in un prossimo futuro. Per uscire dalla crisi è necessario pensare ad altre soluzioni, tra le quali non è affatto da escludere la nascita di un Euro “a due velocità”, uno per l’Europa del nord ed uno per i Paesi continentali dell’area mediterranea.