Le Goff, il purgatorio e la nascita del capitalismo

Il primo aprile di quest’anno è morto il grande storico francese Jacques Le Goff. Le Goff era uno degli ultimi rappresentanti della scuola storiografica francese delle Annales. Gli intellettuali che sono appartenuti a questa scuola hanno rivoluzionato il modo nel quale vengono scritti i libri di storia. Mettendo per la prima volta in secondo piano la storia politica, le Annales hanno privilegiato infatti lo studio della storia economica, della storia sociale, della storia culturale e della storia della mentalità. Il connubio con l’economia, con la sociologia e con l’antropologia è stato dunque fondamentale per questa corrente storiografica.

Nel corso della sua vita Le Goff ha scritto molti libri. Il suoi due saggi più celebri sono senza ombra di dubbio “La civiltà dell’Occidente medievale” e “La nascita del purgatorio”, entrambi editi dalla Einaudi. Il tema dell’apparizione del purgatorio nell’orizzonte cristiano medievale è stato affrontato da Le Goff anche in un altro libro molto interessante, intitolato “La borsa e la vita. Dall’usuraio al banchiere” (Laterza). La tesi sostenuta da Le Goff in questo volume è molto chiara: la nascita del purgatorio nel XII secolo ha favorito la successiva comparsa del capitalismo moderno ed il dibattito sull’usura che si sviluppò nel Basso Medioevo ha segnato “il parto del capitalismo”.

Il cristianesimo medievale odiava il denaro. Per San Francesco d’Assisi i soldi erano come “polvere da pestare sotto i piedi”, erano dei veri e propri “escrementi demoniaci”. Del resto, il vangelo secondo Matteo era stato chiaro: “nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a Mammona”. Il dibattito sull’usura, pertanto, si inseriva in questo contesto religioso ben definito. Nel Basso Medioevo, tuttavia, numerosi cristiani avevano affiancato gli ebrei in questa attività e la Chiesa aveva cercato di correre ai ripari. I chierici medievali continuavano a ripetere che gli usurai potevano sperare di andare in paradiso solo se prima di morire avessero restituito integralmente tutto quello che avevano guadagnato nel corso della loro vita. Per la Chiesa gli usurai erano peccatori “contro natura” e Dante Alighieri nella “Divina Commedia” li condannò all’inferno in compagnia dei sodomiti.

In realtà, con la nascita del purgatorio avvenne una vera e propria rivoluzione. Con la fine del dualismo inferno/paradiso il cristiano medievale poteva sperare di giungere al cospetto di dio anche in seguito ad un soggiorno in purgatorio e successivamente le istituzioni ecclesiastiche condannarono solo “gli usurai che esagerano”. Quelli che non esageravano, infatti, avrebbero sempre potuto donare i propri beni alla Chiesa e avrebbero goduto di un occhio di riguardo. Grazie al purgatorio, quindi, il capitalismo poté prendere il largo. Un cambiamento profondo nella mentalità medievale favorì una vera e propria rivoluzione economica.