L’asse PD-PdL in questi giorni sta elaborando la milionesima riforma della scuola e Reggi, sottosegretario del ministro Giannini (a sua volta ex segretario di Scelta Civica, lista che si è volatilizzata nel giro di un anno), ne spara una più grossa dell’altra. Nella sua crociata contro i sindacati e i privilegiati (dicono loro) della pubblica amministrazione afferma ad esempio:
La scuola è l’ultimo campo della pubblica amministrazione dove non esiste l’obbligo della formazione e dove nessuno può entrare nelle aule per valutare le capacità dei professori: questo deve cambiare per adeguarci all’Europa.
Falso. Basterebbe consultare questo documento per scoprire che in Italia formazione e valutazione degli insegnanti non sono atipiche rispetto al resto dell’Europa. Si potrà mai affrontare una sola situazione nel Paese senza nascondersi dietro “ce lo chiede l’Europa”?
I nostri professori sono quelli che in Europa lavorano meno ore e hanno stipendi più bassi.
Strano, il rapporto Eurydice non menziona questa peculiarità d’orario italiana, qual è la fonte di Reggi?
Questo è un momento delicato dove nessuno può pensare di poter rimanere com’era: ecco perché chiediamo ai professori una maggiore flessibilità di orario e di stipendio.
Insomma cari insegnanti, non pretenderete mica di avere uno stipendio durante la crisi? Siate flessibili, precarizzatevi più che potete, 3 milioni di persone non sono abbastanza per superare questo delicato momento! Contate poi che nel 2013 sono andati persi “solo” 478 mila posti di lavoro, ma tranquilli, Renzi ve ne promette 15 mila solo nella pubblica amministrazione (almeno Silvio i posti di lavoro li sparava a colpi di milioni).
Reggi paventa anche la riduzione di un anno dei corsi di scuola superiore per raggranellare denaro: pecunia non olet si diceva dei cessi pubblici, la scuola si avvia sulla stessa strada. Quella dei cessi ovviamente. L’altra idea brillante è tenere le scuole aperte fino alle 22, con corsi pomeridiani, serali e tutte le altre amenità che il pressapochismo del MIUR ha saputo partorire: la cosa divertente è che Reggi dice che questo avviene già “grazie alle associazioni dei genitori e ai volontari, ma anche grazie agli insegnanti” cioè di gente che per svariati motivi lavora gratis, mentre a bidelli e segretari, le professioni preposte a tenere aperte le scuole, si tagliano 156 euro al mese.
Bella questa riforma della scuola, spiace solo che sia roba già vista. Ovvero il paradosso del mercato del lavoro italiano, quello in cui chi si accontenta di meno e rinuncia a qualsiasi diritto vince. Ho qualche bella idea anch’io, speriamo che se ne discuta al più presto:
- Potremmo chiamare a raccolta un gruppo di extracomunitari e sostituirli ai bidelli, terrebbero aperte le scuole 24/7 se gli si promettesse il permesso di soggiorno.
- I presidi potrebbero essere sostituiti da manager che si occupano già di altre aziende, ad esempio Antonio Mastrapasqua potrebbe agilmente dirigere tutte le scuole d’Italia.
- Gli insegnanti potrebbero essere sostituiti da cassintegrati ed iscritti alle liste di collocamento e far figurare il tutto come stage (che fa sempre curriculum). Si potrebbe anche pensare di fargli aprire la partita IVA, con un notevole risparmio per la pubblica amministrazione.
- Si dovrebbero accorpare le classi: gli studenti sceglierebbero uno o due rappresentanti da mandare a scuola il cui compito sarà di raccontare ai compagni via Skype quanto appreso in classe.
- I docenti andrebbero valutati in base alla loro fedeltà al renzismo, a chi è salito tardi sul carro del vincitore niente scatti di anzianità.
- I rapporti analitici sulla scuola in Europa (tipo quelli di Eurydice) andrebbero sostituiti con le dichiarazioni di Reggi o della Giannini all’Huffington Post e altre testate renziane.
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