A molti, soprattutto giovani, il nome Franca Falcucci dirà poco o nulla. Non fu solo il primo Ministro dell’Istruzione donna, fu anche e soprattutto colei che portò la scuola italiana a un livello di civiltà cui faticosamente si stanno adeguando in altre parti del mondo.
Il superamento di qualsiasi forma di emarginazione degli handicappati passa attraverso un nuovo modo di concepire la scuola e di attuare la scuola, così da poter veramente accogliere ogni bambino e ogni adolescente per favorire il suo sviluppo personale, precisando per altro che la frequenza di scuole comuni da parte dei bambini handicappati non implica il raggiungimento di mete minime comuni.
Si tratta di un estratto di quello che fu poi noto come Documento Falcucci. Nel 1974, prima di diventare Ministro dell’Istruzione, la senatrice democristiana venne incaricata di presiedere una commissione che indagasse sul problema degli alunni handicappati. La piena integrazione scolastica di bambini e ragazzi disabili è un’idea in gran parte italiana e continua a rappresentare una concezione rivoluzionaria della scuola e dell’istruzione, specialmente a fronte delle decine di tentativi, più o meno riusciti, di demolizione portati avanti dai suoi successori.
Con lei oggi muore un pezzo di civiltà. Ammesso che nella scuola italiana ne sia rimasta.