In questa settimana Gino Paoli, cantautore, musicista e persino politico italiano, ha compiuto 80 anni. Ha portato alla ribalta numerosi successi discografici e tormentoni estivi, da “Sapore di sale” a “La gatta”, da “Che cosa c’è” a “Il cielo in una stanza”. La sua vita è stata piena di momenti: nel 1963 tenta il suicidio; nel ’64 una crisi artistica lo porta lontano dai riflettori per un po’ di anni; dal ’71 si afferma come editore musicale acquisendo i diritti dei successi dei Bee Gees; nell’87 viene eletto deputato per il PCI. Imborghesito e appassionato di royalities, dal 2011 inizia la sua battaglia contro la pirateria musicale, a favore dell’equo compenso (la tassa sui telefonini), e altre politiche che garantiscono più soldi ai musicisti di grande successo. Accusa anche di illegalità i ragazzi del Teatro Valle Occupato. Nel 2013 diventa presidente della SIAE, società ormai discussa per le modalità di ripartizione dei diritti d’autore che, effettivamente, portano più denaro alla “casta musicale italiana”. Il cerchio si chiude. Nonostante ciò, a me Gino Paoli piace molto come artista e questa è una delle mie canzoni preferite. Sassi.