Solo l’amare, solo il conoscere
conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto.
(Pier Paolo Pasolini,
Il Pianto della Scavatrice, I, vv. 1-3)
Mentre scrivo, proprio ora, ti spegnevi 40 anni fa. Anzi, ti spegnevano. Massacrandoti di botte, con una ferocia che lascia allibiti ancora oggi. Come tutti quelli che hanno lasciato un segno, in vita ti sopportavano in pochi e te ne hanno fatte passare di tutti i colori. E tu sopportavi per amore della verità. Quella verità ontologicamente “rivoluzionaria” per la quale ti sei battuto fino all’ultimo, fino a rimetterci la vita.
Qualcuno in questi giorni ha usato l’avverbio “probabilmente”, perché quella giudiziaria, nell’Italia dei misteri, è tutto tranne che una verità. Al massimo può considerarsi una farsa. Eppure la verità si conosce: ti hanno ammazzato perché eri troppo vicino a denudare quel potere che nel tuo “scandaloso” ultimo film hai tratteggiato in maniera cruda, violenta, oscena. Ma del resto il vero Potere è sempre stato “osceno“, cioè dietro le quinte: la tua colpa è stata proprio quella di aver mostrato l’ovvio, quello che tutti sanno ma non si può dire. Lo hai fatto per tutta la tua vita, e ti è costato caro.
Poi, quando sei morto, il veleno di certe parole uscite dalla penna dei “grandi intellettuali” dell’epoca si è trasformato in un fiume di lacrime: da pervertito eri diventato anche per loro un poeta. In realtà lo sei sempre stato, senza bisogno dei loro omaggi post-mortem, anche se sul tuo passaporto facevi mettere semplicemente “scrittore”. Eri certamente qualcosa di più. Una volta hai scritto che la tua indipendenza, che era la tua forza, implicava la tua solitudine, che era la tua debolezza. Pare sia questo il prezzo da pagare per chi decide di non adeguarsi, di vivere controcorrente, di non accettare mai compromessi con la propria coscienza.
Si è parlato e si parlerà tantissimo di te in questi giorni: sono già programmate visioni dei tuoi film in centinaia di sale, i giornali ripubblicano a pochi euro in più i tuoi libri, mostre si aprono ovunque, i social network si riempiranno di ricordi di chi ti ha conosciuto e omaggi di chi come me lo ha potuto fare solamente tramite le tue parole e le tue immagini. Sarà un tripudio di cultura, perché, nonostante la dittatura dell’auditel, qualche passaggio su di te in televisione lo dovranno fare. E non sono di quelli che li ritiene inutili, anzi: tanti giovani potrebbero sull’onda di questo anniversario cogliere l’occasione di approfondire quello che hai scritto, quello che hai fatto.
Forse all’inizio ti troveranno anche noioso, ma andranno avanti perché vorranno capire. E alcuni di loro magari si riapproprieranno della capacità di pensare in maniera critica e costruttiva a come migliorare una società di cui subivano passivamente le storture. Questa sarebbe la vera conquista di questo anniversario: fare della memoria una fiamma per risvegliare le coscienze.
Nella tua ultima intervista, alla domanda “perché non è più militante?“, hai risposto: “Lo sono più che mai. Non sono mai stato iscritto a un partito politico, mi sento un indipendente di sinistra, ma continuo a militare più che mai.” Con la tua vita ci hai mostrato come spiccare il volo per immaginare un mondo diverso. Ora tocca a noi volare. È l’unico modo per ricordarti.
Ciao Pier Paolo !
Ciao Pasolini,non ti dimenticheremo mai!!
Un genio incompreso.
Personaggio avanti anni luce rispetto ai suoi contemporanei. I suoi scritti e le sue opinioni sono ancora attualissime a distanza di quaranta o cinquanta anni. Se fosse arrivato fino ai giorni nostri, chissà cos’avrebbe detto della televisione commerciale e dei social network. Soprattutto, chissà cosa avrebbe detto di Berlusconi.
Una articolo bellissimo, lucido e vero…Onore a te, PPP!!!
Solo ciao. Pasolini non si commenta.
Un poeta
<3
Dopo Dante sei il piu’grande !
Ecco. Ancora oggi troppo alto, il suo pensiero.
Ossignur ma qualcuno di voi ancora spera di appropriarsi della memoria di Pasolini come uomo di sinistra…siete alla frutta
Ciao Pierpà!!!
Geniale…un uomo unico !
Pasolini lo sapete che era pedofilo
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