Quali sono le parole che vorreste ascoltare da chi si candida a guidare questo Paese?
Io una risposta me la sono data, e non per forza deve coincidere con la vostra.
La prima parola è lotta alla MAFIA: perché la lotta alla mafia è e deve rimanere un punto centrale di ogni governo. È bastato vedere i commenti di ossequio alla morte di Totò Riina, basta vedere come hanno ridotto il murale di Falcone e Borsellino a Milano per capire che in questo Paese c’è ancora tanto fare, nonostante l’impegno encomiabile di molte associazioni.
La seconda è REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO, dall’alto verso il basso. Perché le grandi aziende si stanno riprendendo con gli interessi tutti i diritti che i lavoratori hanno duramente conquistato con anni di lotte. Non è un mistero che la forbice delle disuguaglianze si sta allargando, che i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Vorrei qualcuno che dicesse che i problemi non sono dovuti alle uscite “insostenibili” per lo stato sociale, ma alle mancate entrate dovute a politiche scellerate pro ricchi andate avanti per anni, a colpi di salvataggi di banche ed enti finanziari da una parte e tagli alla sanità, alla previdenza e all’istruzione dall’altra. Vorrei qualcuno che dicesse che è immorale che l’élite politica sia sempre più indistinguibile dall’élite economica.
La terza è QUESTIONE MORALE: quella che Enrico Berlinguer ha spiegato così bene che non potrei trovare parole migliori per esprimerla:
“La Questione Morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia d’oggi, fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti […]”
Possiamo però parlare per giorni interi di programmi e promesse, ma la domanda fondamentale rimane: In che cosa consiste, per voi, un mondo giusto?
È importante rispondere a questa domanda, più che ad ogni altra, perché, sebbene un mondo ideale sia utopico, è pur vero che è tendere a quell’ideale che permette di migliorare il presente. Pensate se l’uomo si fosse accontentato di vivere con i piedi per terra: oggi non avremmo gli aerei.
Dove voglio arrivare, vi chiederete. Beh, voglio arrivare a dire che dalle risposte si possono capire tante cose. Si può capire quanto l’uomo ha smesso di aspirare a migliorare la propria condizione. E, dall’altro lato, quanto profondo è il controllo che questa società ha sul nostro modo di vivere, sui bisogni che ci impone e quelli che ci reprime.
L’aumento delle disuguaglianze, il clima di terrore creato sfruttando la paura e la fame della gente… è tutto questo che riporta al presente l’odio nero dei razzismi e dei fascismi. Questo è DAVVERO ciò che porta allo scontro sociale.
A buon intenditor, poche parole.