Lieti di sapere che, mentre in Parlamento si fanno sempre e solo gli interessi del Presidente del Consiglio (con l’approvazione dell’ennesima norma ad personam che eviterebbe la galera al Cavaliere) e i Media si occupano solo di crisi libica (tenendoci ben informati ogni volta che decolla un elicottero italiano, fornendo dettagliate informazioni sul colore, il numero di passeggeri e il codice fiscale dell’addetto alla benzina), i Francesi, tra un raid aereo contro la Libia e l’altro, hanno colto l’occasione per fare un po’ di shopping pre-pasquale sul suolo italico.
E’ notizia di oggi, infatti, che Lactalis, il colosso francese dei formaggi, si è aggiudicato il 15,3% delle azioni della Parmalat detenuto dai tre fondi esteri (Zenit, Skagen e Mackenzie), offrendo 2,8 euro per azioni (circa il 13% in più dei 2,46 euro a cui aveva chiuso il titolo ieri in borsa). Notizia di cui non dovrebbe fregarcene un tubo, direte voi, se non fosse che Lactalis aveva già una partecipazione potenziale in Parmalat, anche attraverso contratti di equity swap, del 14,28%, che sommato alla nuova quota dovrebbe dare un totale del 29,6%, appena sotto al 30% oltre il quale scatterebbe l’obbligo di Opa.
Intesa San Paolo, che è presente nel CdA con il 2,332%, è stata bruciata sul tempo dai francesi, anche per la mancanza di un partner industriale (circolavano i nomi di Ferrero e Granarolo) che tardava a farsi avanti.
Se però Granarolo, per bocca del suo presidente, Gianpiero Calzolari, ammette di non avere le risorse finanziarie per l’operazione di salvataggio dell’italianità della filiera del latte italiano (appellandosi, da buon capitalista nostrano, al governo e alle banche), il gruppo Ferrero rimane in disparte, pur risultando il candidato ideale per difendere l’italianità della Parmalat. Rimane da vedere cosa farà il governo di fronte all’ennesima incursione dei capitali francesi negli asset fondamentali del Paese (Tremonti la settimana scorsa aveva annunciato un decreto sulla falsariga della legge francese, che vieta incursioni estere in terra francese per quanto riguarda le aziende strategiche, ma per ora nulla è sul piatto).
Insomma, come al solito, a rimetterci è sempre l’Italia e gli Italiani. E la classe dirigente politica ed economica del Paese che fa? Gli affari propri, ovvio. Mica quelli del Belpaese.
per questo bisogna votare SI al referendum per dire NO al nucleare
cercasi MADE IN ITALY!!!!!!!!!!!!!!!
ragassssi, quì stiamo scoprendo l’umidità nei pozzi!
Francesi mangiarane, sempre a dar fastidio ._.
siamo il tappetino dell’europa……..e a 90° per il resto del mondo..bleh
non sono della sua idea politica ma lo ammiravo era un grande leader
Qui se non scoppia una rivoluzione,stanno facendo tante di quelle porcate,grazie anche ha una finta opposizione ! Mi sa’ che’ prima o poi ci sveglieremo spero !
purtroppo x leader non ci diventa ci si nasce e questo signore lo era dopo di lui a sinistra il vuoto
beh se consideriamo che parmalat è stata salvata con i soldi dei contribuenti italiani, si può dire che è proprio un buon affare
meglio prima, ci mancava gheddafi per occultare ed allungare i nostri problemi
come era bello vivere con unideale e tu ne eri la bandiera ciao ENRICO
Ciao Enrico uomini come te a sinistra, purtroppo nn ce sono più…che tristezza
pesce grande mangia pesce piccolo!
Nei tempi andati..eravamo noi ad acquisire, altro che francesi !!!
…da colonia americana a colonia francese!!!
per fortuna abbiamo un presidente del consiglio imprenditore, altrimenti chissà cosa succedeva…
L’Alitalia no,il latte si….infatti come diceva il rgioniere di Tanzi non da sufficienti margini, il latte.
ci portano via tutto……
non è che ci portano via tutto, è che non abbiamo nessun imprenditore CAPACE, solo degli arrivisti e per arrivare non serve essere imprenditore basta non avere scrupoli e regole.
potrebbero costruire una futura crisi economica,letale
ormai siamo alla frutta, se non vanno via questi che ci governano ci porteranno via anche le mutande.
carino: i debiti agli italiani azionisti, i profitti ai francesi.
direi che anche le mutande se le sono già portatevia ….che resta…..
il petrolio ai francesi……….e a noi…che resterà? chi lo sa !sicuramente per ora 50.000 profughi, non per pensare male , ma a volte ci si azzecca!sarà vero che è una guerra per fini umanitari ? mumble, mumble….
al nano non interessa nulla solo farsi leggi per non andare in galera….
Mah, francamente non vedo il motivo per cui dovremmo scandalizzarci tanto: il mercato è mercato, chi ha progetti d’investimento migliori ha diritto di investire dove vuole. Fra l’altro non mi risulta che il settore della produzione e distribuzione degli yogurt sia strategico a livello nazionale…..con tutti i vari discorsi fascistoidi sull’italianità si è visto le porcate che ha fatto il governo Berlusconi col caso Alitalia. Vogliamo ripeterci?
Appunto, il mercato è mercato. Se però la Francia tutela il suo e viene a fare compere da noi, questo non mi va più bene. O si gioca ad armi pari o non si gioca.