Vale la pena rivedere la puntata di ieri sera di Report sul sito della Rai. Non tanto per poi pronunciarsi in sommarie condanne moralistiche sul fatto che abbia la residenza fiscale nel cantone svizzero con l’aliquota più bassa (il 21%), grazie alla quale non versa allo Stato italiano e quindi a noi cittadini la bellezza di 500.000 euro circa all’anno di tasse. Questo, in fin dei conti, sarebbe il meno.
Quanto semmai per il fatto che l’inchiesta di Giovanna Boursier rivela una sola cosa, ovvero che dei lavoratori italiani della Fiat rimarrà solo il ricordo (o forse nemmeno quello), con buona pace di fanfaroni riformisti e bacia-pantofole dell’ad Fiat che hanno pure il coraggio di dirsi progressisti.
Da gennaio 2011 la Fiat possiede il 25% di Chrysler, ma il suo obiettivo è arrivare al 51%, ma per farlo dovrà procedere per tappe. Soprattutto, se vuole pagarla poco, gli conviene “andare male”, come viene dimostrato nel servizio.
Quando Obama il 29 aprile 2009 annunciava il salvataggio dell’azienda di Detroit, la Fiat riceveva il 20% delle azioni della nuova società (il cui 63,5% appartiene alla Uaw Veba, i sindacati americani) senza pagare un dollaro: si impegnò semplicemente a condividere con il gruppo americano le proprie conoscenze tecniche e i brevetti dei motori verdi a ridotto consumo energetico.
Per arrivare al 35% il Lingotto deve dare altra tecnologia a Chrysler e aprirgli il mercato Brasiliano, dice Report. Per arrivare al 51%, deve restituire “tutto” ad Obama.
“L’accordo prevede che prima che Fiat venga autorizzata a prendere una quota di maggioranza nella Chrysler i contribuenti devono essere rimborsati da Chrysler a seguito dei nuovi investimenti che dovranno essere realizzati”, aveva detto il Presidente degli Stati Uniti nel suo discorso in TV.
Ma nella scalata in Chrysler un ruolo decisivo lo gioca lo scorporo auto, avvenuto a gennaio. Oggi il Gruppo Fiat è costituito da Fiat SpA e Fiat Industrial ed è proprio la prima società, quella legata all’auto, che ha ereditato l’alleanza con Chrysler. E non è un dettaglio da poco, perché tra le due aziende la Fiat SpA è quella che va meno bene e questo, secondo Report, favorirebbe la scalata a Chryser perché, in base al contratto, è a lei che si è adattato il parametro su cui viene valutata la scalata della presenza Fiat nel titolo di Chrysler.
Il meccanismo è complicato: per Fiat arrivare al 51% di Chrysler prima della quotazione di Chrysler in Borsa è molto vantaggioso perché il prezzo delle azioni si abbassa se si abbassano i margini di guadagno di Fiat auto.
Per fondersi con Chrysler la Fiat dovrebbe quindi, come ricostruisce la trasmissione TV: costruire l’auto a basso consumo che gli consente di arrivare al 35% “senza pagare un dollaro”; rimborsare Obama (7 miliardi di dollari) per raggiungere il 51% e quotarsi a Wall Street.
Ma il dato significativo qui è un altro: Marchionne potrebbe diventare il secondo azionista della Fiat. Infatti, quando nel 2014 le sue azioni e stock options scadranno (con Fiat al 51% di Chrysler), Sergio Marchionne potrebbe diventare il secondo azionista Fiat dopo il presidente John Elkann. Che ruolo avrà poi la famiglia Agnelli alla luce dell’Allenaza Fiat-Chrysler è da vedere. Tre settimane fa John Elkann aveva confermato al Financial Times che la Exor SpA – la holding finanziaria (ex IFI) della famiglia Agnelli – potrebbe diluire la propria quota azionaria in Fiat al di sotto dell’attuale 30%. “Scelta impensabile per i vecchi Agnelli”, aveva commentato il quotidiano.
Alla domanda, poi, la vende la Ferrari, Marchionne ha risposto con un’inquietante “per ora no”. Difatti è notizia di questi giorni che la Ferrari potrebbe essere quotata in Borsa per dare a Marchionne la liquidità necessaria per aumentare la sua presenza azionaria in Chrysler: insomma, svendere al miglior offerente pezzi dell’azionariato Ferrari per realizzare il sogno dell’ad Fiat di diventare padrone della Chrysler.
Un particolare pensiero va al grande sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, l’allegro sessantunenne che viene indicato da più parti come il nuovo volto per salvare il Pd e la Sinistra: “Marchionne è più a sinistra di quanto io lo sia“. Ecco, ci basta questo per commentare le velleità di alcuni veltroniani da strapazzo che puntano tutto sul trittico Veltroni-Chiamparino-Renzi per rilanciare il Pd. Tre che, tanto per capirci, dopo l’inchiesta di Report, dovrebbero quanto meno chiedere scusa ai lavoratori italiani e dimettersi.
Ma siamo certi che non lo faranno affatto.
Grazie Milena
E’ stata veramente un’inchiesta S P E T T A C O L A R E!!!!!
Vero. Una puntata davvero interessante e istruttiva. Come sempre accade con Report. A volte non la guardo perchè certe verità mi rovinano la domenica sera e mi rifugio in qualcosa di più ameno. Ma è indubbiamente una trasmissione di vero giornalismo.
come sempre…….
La Gabanelli lo ha gabbato! Bravi ragazzi anche se viene il voltastomaco! Bella la globalizzazione! Quasi simpatico Romiti!
grazie milena!!!!
Come sempre la migliore secondo me …….anche Jacona che a finito domenica !!!!!
Grande Milena…come sempre!!!!
perchè c’erano dubbi sul fatto che a rimetterci saranno i lavoratori??? Non certo lui, non certo casa Agnelli…brava Milena
ma che strano!! un giorno fniranno gli operai.
Abbiamo mantenuto la fiat per anni con la cassa integrazione,arriva un superpagato S…. e la vuole trasferire in USA. Il governo deve farsi restituire tutti i danari che abbiamo dato agli Agnelli, visto che gli utili se li tenevano per loro, a noi contribuenti ci addossavano le perdite. Io da italiano non comprerò mai una auto fiat. che chiuda pure!
ad fiat sei un cantaro
Ma che bella casetta nel paese di heidi , e che bravo a svicolare le tasse , l’uomo dal pullover facile…
Quando sento parlare Marchionne, non posso non pensare alla vicenda Olivetti degli anni ’90. In quegli anni una masnada di personaggi senza scrupoli, Debenedetti di testa, come squali spolparono un delle più prestigiose industrie italiane. Hanno smembrato quello che Adriano Olivetti, con il suo genio, aveva creato.
bella puntata!!che uomo viscido !!!
c’èra qualche dubbio????
UN TRISTE MOMENTO PER L’ECONOMIA ITALIANA ( HAI RAGIONE UN INDUSTRIA CHE ERA IL FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA NAZIONE , FINITA NELLE MANI DI GENTE SENZA SCRUPOLI )
era OVVIO
ve lo state chiedendo perchè ci sono al potere tanti venditori di fumo ? semplice,l’italia brucia e l’unica risorsa che ci rimane è il fumo.
seguendo la puntata si capisce l’altissima professionalita dello staff di report….ma si capisce sopratutto la differenza che passa fra essere giornalisti e essere “giornalai”. grazie ragazzi.
non ci restsa più niente da fare.la siderurgia è in ginocchi,la chimica è finita,le miniere chiuse,l’elettronica non c’è più,la meccanica,senza ricerca, è morta.la cultura è messa all’angolo.cosa faremo da grandi ?
per questi programmi sono orgogliosa di pagare il canone!!! Grande la Gabanelli e tutti i giornalisti che collaborano alla trasmissione:-) Anche il giornalista Iacona non è da meno!!!! grzie Rai3 che ci dai l’opportunità di vedere la verità da un’angolazione diversa da quella che ci propinano le istitutuzioni!!!!
che tristezza quando penso al nome fiat. Già fiat ormai nel senso di ei fu. Una azienda italiana. Fiera di esserlo ma che non tornerà.
come sempre!
come sempre del resto…. se quelli che hanno votato a favore della fiat avessero avuto l’intelligenza di rischiare un pochino avrebbero capito che a marchionne non gliene frega niente degli italiani, le sue vere intenzioni erano di continuare ad essere a.d. con un lauto stipendio e magari con qualche provvigione dei paesi destinatari……
non cmpriamo piu auto fiat in italia perche quelli che pgano di piu sono i lavoratori itliani
da Report io ho visto:
1. un’azienda che cerca di stare sul mercato come tutte le altre aziende del mondo, con trucchetti anche ovvio, tirando l’acqua al proprio mulino, guardando ai numeri, etc – come fanno tutti;
2. un’azienda che ha chiuso degli accordi strategici con un’altra azienda USA e che dunque dovrà rendere conto anche a quest’altra azienda;
3. un sindacato, quello americano, che ha fatto fare enormi (ben più grossi) sacrifici ai propri iscritti;
4. un sindacato, quello tedesco, che ha accettato riduzioni di orari di lavoro e poi riaumenti (anche imposti, di straordinario) senza battere ciglio;
5. un sindacato, quello italiano, che siccome gli han levato 10minuti di pausa han tirato su un casino bestiale.
6. servizi confezionati per far apparire Marchionne il lupo cattivo (risibile quello sulla sua residenza in Svizzera);
7. un continuo processo alle intenzioni dove quello che dice la Fiom è oro colato (ovvero che Marchionne non farà gli investimenti promessi) mentre quello che dice Marchionne è cacca.
Marchionne è un manager e fa il suo lavoro. E lo fa bene. Fino a prova contraria, che la vedremo fra circa 2 anni, quando capiremo se sarà riuscito a fare quello che ha promesso. Io, e secondo me tutti gli italiani dovrebbero farlo come me, mi auguro che ci riesca.
marchionne un vero pinocchio e politici di merda