Achtung. A Milano non è finita affatto. La ragione spinge l’ottimismo, ma echi lontani inquietano e suonano l’allerta. Risorge la propaganda di vent’anni fa. L’Anticristo, gli immigrati, i centri sociali, i comunisti. Il candidato per bene che porta gli ussari nelle istituzioni. È la terapia d’urto che tante volte ha funzionato, anche alle politiche del 2006, con quell’insperata valanga di voti controRomano Prodi. Il cambio di strategia è evidente. Non più la lotta contro la magistratura, la presidenza della Repubbblica, l’unità d’Italia. Troppo rischioso: anziché rassicurare la gente, la si mette in affanno. Meglio rifugiarsi nel repertorio tradizionale. Compresa la pratica, a suo tempo felicemente sperimentata, di spargere gli untori tra la gente, in forma di giovani allucinati o strafottenti che sventolano volantini di Pisapia, o di rom che si moltiplicano nella settimana giusta (ma non li avevano “cacciati” tutti da Milano?) o di immigrati che annunciano la moschea prossima ventura. Un po’ le predicazioni antigiacobine del cardinale Ruffo un po’ i figuranti delle tivù di Arcore.
Come risponderà Milano al richiamo della foresta? Difficile dirlo. La città è invecchiata, coltiva un moderatismo che ha comunque le sue fobie, non è ancora guarita dai suoi rancori; e d’altronde una delle sue componenti più giovani e vitali, quella dei “nuovi italiani”, è a tutt’oggi tenuta fuori dal voto a tripla mandata. La sensazione, in realtà, è che “il ministero della paura” abbia fatto il suo tempo. Perché quando la città viene governata da vent’anni dalle stesse forze, la misura vera dei protagonisti la dà quello che essi hanno fatto.
Per questo le stesse promesse morattiane dell’ ultima settimana tradiscono una difficoltà evidente, e appaiono poco più che saldi elettorali. Così come i lavori pubblici che sbucano in ogni via, i rifacimenti fulminei di manti stradali abbandonati per anni, il ritorno dei vigili sulle strade, danno la conferma di quel che si doveva e poteva fare e non si è fatto per inseguire altre “concretezze”. E tuttavia…E tuttavia non si dimentichi mai che il popolo italiano si fece abbindolare nel 2006 dalla promessa, infilata nell’amo da B. all’ultimo giorno, di abolire l’Ici. Che vellicare i commercianti a Milano è sempre un buon investimento. Né si dimentichi che il successo del 15 di maggio è stato soprattutto il frutto di una straordinaria partecipazione da un lato e di un elevato astensionismo dall’altro. Che dunque la prima cosa da fare è ripetere quella partecipazione per intero, senza la più piccola defezione. Mentre la seconda è mantenere alto – con la memoria dei fatti – il disincanto popolare verso le affabulazioni pubblicitarie del sindaco uscente, oltre che verso gli sfondamenti televisivi del capo del governo.
Si respira aria di svolta. Ed è aria che ossigena e ingagliardisce quella parte di città che ha vissuto con fatica, con indignazione, certe regole di governo. Sognano regole nuove gli imprenditori, specie giovani, che vedono i loro progetti sfibrarsi in infinite pastoie pubbliche (altro che “fare impresa”…). Sognano regole nuove i professionisti e i quadri pubblici che puntano sui meriti anziché sulle cordate degli amici di partito. Le sognano i deboli a cui i servizi sono stati tagliati in implacabile progressione. Le sognano anche i nuovi movimenti per la legalità sorti come funghi a Milano, dove dieci associazioni hanno dato vita, proprio in questi giorni, alla settimana contro le mafie, che si concluderà domani con la commemorazione di Giovanni Falcone davanti al liceo Volta. Perché questi movimenti hanno sempre più chiaro che cosa può accadere a Milano sul piano a loro più caro: grazie alle dimissioni certe di Berlusconi, anche in caso di sconfitta della Moratti saranno ben tre i consiglieri comunali del centrodestra coinvolti (anche se non imputati) nelle indagini sulla ‘ndrangheta a Milano e provincia. Proprio così.
A Milano la legalità divide. Un paio di settimane fa c’è stata la prima manifestazione contro la mafia in città, una marcia nella zona sud-est da parte di tre-quattrocento persone. La domenica successiva il parroco della zona (San Pio V) ha condannato non la mafia ma la manifestazione dei cittadini coraggiosi; lo ha fatto ossessivamente, in tutte le messe, ignaro che proprio tra i suoi fedeli fossero alcuni dei promotori. Milano, dunque, divisa in due. Nella metà finora minoritaria sono stati in tanti a lavorare in questi anni. Sodo, duro, senza aiuti; su cause buone e nobili nella diffidenza delle istituzioni. Oggi si intravvede l’inizio di una nuova era possibile. Buttar via questa chance sarebbe mille volte colpevole. Pisapia deve vincere. Non per far cadere Berlusconi. Ma per regalare finalmente ai milanesi un’altra città. E per fare sventolare su Palazzo Marino la bandiera, da tempo ammainata, del decoro civile.
infatti………………………<3
quando mai è stato pulito?
ando’ stanno i vigili ?????? le strade rifatte ???’ in centro OVVIO.
regolare………
attenzione al gioco sporco di questi politici che cercano solo la poltrona
normale
se lo dice lui che è un sociologo della criminalità ci si puo credere visto che fanno giochi criminali
Sono avvezzi a questo tipo di “giochini”. E poi sparlano della Prima Repubblica!
Nando Dalla Chiesa…un grande
Intanto a Milano la Moratti PERDE.
speriamo che almeno le donne che hanno conosciuto il lato peggiore di questo nano sporcaccione, narcisista e pervertito che certamente non ha a cuore altro che il suo interesse personale a tutti i livelli…gli facciano sentire praticamente il loro disgusto per l’immagine di donna che ha continuato a diffondere….DONNE MILANESI E NAPOLETANE siamo con voi…per la vostra dignità NON VOTATELO!!!!
Forza Giuliano mandiamo a casa questa gente!!!!!
potremmo fare un bel gemellaggio tra milano e bagheriaanche quà un rifiorire di cantieri diiniziative posteggiate alla bisogna
Ma non sono quelli di sinistra che si lavano poco, ha detto Berluskkkoni?
Sono anni che si dicono queste cose e cioè che vengono fatti dei lavori in prossimità delle elezioni…mi pare pero’ che stavolta i cittadini abbiano ben compreso e non hanno intenzione di fare i sudditi beoti che accettano di tutto….
sono anni che lo dico che la dx ha nel DNA il gene x fregare il prossimo, ma non solo i dirigenti, anche la base; l’ho verificato sulla mia pelle; hanno insegnato loro al diavolo ad essere figli di buona donna
Tra l’altro complice un clero catto-fascista fanno leva sulle paure ancestrali della gente, sopratutto dei più anziani, ma non sanno che la paura di molti di loro è il ritorno del fascismo:mi è capitato più di una volta ascoltare signore anziane paragonare il nano come una versione depravata del duce!
esatto
Coraggio Milanesi e Napoletani! lo sappiamo che questa sarà la settimana più dura: vi prometteranno le cose più impensabili, faranno grandi offese alla vostra intelligenza, ma ricordatevi che solo 15 giorni fa eravate assolutamente sicuri che questo governo, anche tramite il vostro voto, doveva andare a casa! RESISTETE! RESISTETE! RESISTETE! e votate per chi vi propone un cambiamento…dopo ci sarà il momento perritornare a fare politica sul serio e controllare che anche quelle promesse vengano mantenute!
Ma Nando Dalla Chiesa, insomma, una persona così corretta, onesta coi contromaroni… ma come fa ad avere una sorella come la Rita?? il cui unico pensiero sono i cani, cani e ancora cani???
non toccate Rita che male c’è se una si interessa di cani o gatti anche lei era figlia di Della Chiesa anche lei ha sofferta e poi non è un reato non interessarsi di politica
ma proprio perchè rita dalla chiesa è attaccata ai cani che lavora per le reti di berlusconi
forse i cani si offenderebbero a sentirsi paragonati a berlusconi
se il padre di nando e rita fosse vivo chissà che ne avrebbe pensato del nano
NOI DI QUELLO CHE DICE NANDO DALLA CHIESA CE NE SIAMO ACCORTI . FORSE LA SIG.RA RITA ANCORA NON L’ HA CAPITO E IL PADRE CHISSA’ QUANTO NE SOFFRIRA’ !!!
NOI DI QUELLO CHE DICE NANDO DALLA CHIESA CE NE SIAMO ACCORTI . FORSE LA SIG.RA RITA ANCORA NON L’ HA CAPITO E IL PADRE CHISSA’ QUANTO NE SOFFRIRA’ !!!