Santoro, destinazione La7

 

Dopo anni trascorsi negli studi Rai, con annessi litigi, querele e sospensioni, Michele Santoro potrebbe trasferirsi con il suo Annozero a La7. Almeno così spera Giovanni Stella, amministratore delegato di La7, che in questi giorni aspetta pazientemente la risoluzione dei contratti non solo di Santoro, ma anche di Giovanni Floris, Milena Gabanelli e Fabio Fazio. L’ad è convinto che almeno uno fra i conduttori dei programmi di Rai 2 e Rai 3 potrà stipulare un contratto con la rete che ha già accolto fra i suoi stipendiati Enrico Mentana, garante dei successi del Tg della rete, e Gad Lerner.

 

Le continue battaglie con l’Agcom e la Direzione generale Rai da parte di Santoro, oltre che la manifesta opposizione del premier nei suoi confronti, potrebbero portare il Cda Rai a decidersi sulla partenza del giornalista. Tuttavia ristagna un certo imbarazzo fra i vertici alti di viale Mazzini, anche perché, economicamente parlando, non è mai stato messo in dubbio il ruolo chiave di Annozero nel panorama dei palinsesti Rai come una calamita per capitali pubblicitari. Ciononostante, vuoi anche per l’ennesima arrabbiatura del premier, che ha imputato a programmi come quello del giornalista salernitano il crollo elettorale nelle recenti elezioni amministrative, la decisione di allontanare giornalisti scomodi alla casta sembra pronta ad uscire dai Consigli d’Amministrazione.

 

La situazione è senza dubbio singolare, dal momento che, in una normale gestione dei programmi televisivi, andrebbero premiati (e mantenuti) quelli che garantiscono uno share elevato e importanti introiti alle casse dell’azienda. Qui, invece, siamo di fronte ad una scelta che non sembra essere dettata da logiche di mercato, bensì da (non) logiche di potere, che tendono ad allontanare dall’area di controllo del premier i programmi sgraditi al governo, con un danno economico, immaginiamo, piuttosto consistente.

 

Per chi ancora avesse dei dubbi sullo stato di democrazia dell’Italia, questo sembra essere un caso piuttosto emblematico di come vanno le cose nel regno di Silvio: si bypassano le normali regole di mercato pur di accontentare le volontà del capo, cieco alle sue debolezze e capace di trovare, in ogni caso, un capro espiatorio delle sue sconfitte. Ricordiamo che è ancora convinto che l’aver trasformato le amministrative di Milano in un voto di (s)fiducia nei suoi confronti non sia stato proprio la molla che ha fatto incrementare il dissenso verso il suo candidato.

 

Vedremo nei prossimi giorni se qualcuno riuscirà a svincolarsi dalle grinfie di Berlusconi, che piano piano vorrebbe riuscire ad epurare le “sue” reti da tutti gli elementi che non si pieghino al suo volere, forse almeno finché non riuscirà a farsi un paio di domande sul perché proprio questi programmi siano fra i più seguiti della rete pubblica.

 

25 commenti su “Santoro, destinazione La7”

  1. Speriamo che resti in rai..sarebbe una grossa perdita per questa azienda…

  2. non mi piace…non sono d’accordo….DEVONO RESTARE TUTTI IN RAI E CONTINUARE A RACCONTARE QUELLO CHE ALTRIMENTI NESSUNO DIRA’ MAI PIU’….UNA COSA BANALE CHIAMATA VERITA’….VIA LA CENSURA I FASCISTI ED I LECCAC…..DEI POTENTI….MAI SAREBBE UNA SCONFITTA

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