Premesso che è buona norma non far ricadere sui figli le colpe dei genitori, quando i figli sono entrambi calciatori miliardari e i genitori finti poveri, per giunta dicharatamente di sinistra, evidentemente ci viene un po’ il dubbio che ci siano troppe persone incoerenti e se vogliamo pure un tantino ipocrite.
E’ ad esempio il caso della famiglia Lucarelli, livornesi doc, due figli calciatori di serie A, Cristiano e Alessandro. Beh… chiunque penserà che il padre e la madre di questi ragazzotti conducano una vita più che dignitosa, non saranno certo da bisognosi di aiuto pubblico. Purtroppo non è così.
Capita infatti di leggere tra le notizie di cronaca locale che a seguito di una indagine della Guardia di Finanza, l’alloggio popolare situato nel quartiere livornese denominato “Shangai”, e assegnato alla madre dei due calciatori, la signora Franca Bussotti, sia stato posto sotto sequestro.
Sapete perchè? Semplicemente perché la signora manteneva la residenza nella casa popolare e dichiarava di essere separata dal marito Maurizio, presidente dell’Unicoop servizi, quando in realtà i due abiterebbero regolarmente nel medesimo appartamento in via Nazario Sauro. Per giunta, pur di conservare l’alloggio popolare (usato da Alessandro come sede di una sua società immobiliare), avrebbe anche dichiarato un reddito nullo, quando in realtà secondo le “Fiamme gialle” lavorerebbe in un centro estetico della nuora.
Che dire di fronte a queste situazioni? Va premesso che al momento la notizia è per ora solo giornalistica e che siamo ancora in una fase di indagini. Se è vero che non si può ancora emettere sentenze prima del giudice, e tantomeno sarebbe questa la sede opportuna, diverso è fare un commento dal punto di vista etico e morale. Partiamo dicendo che purtroppo questo è solo uno dei milioni di casi tipici del nostro Paese. Non sarebbe di per sé una notizia se non fosse che in questo caso, coinvolge parenti stretti di personaggi pubblici e sotto vari aspetti subentra anche la politica. Già, la politica tanto sbandierata dai “poveri calciatori” comunisti di Livorno. Di fronte a certe facce toste sarebbe bene indignarsi e marcare le differenze.
Ognuno è libero di pensare politicamente come meglio ritiene opportuno, ma la politica non deve trasformarsi in una moda o una tendenza. Per un livornese ad esempio è molto facile dichiararsi di sinistra, comunista, antiberlusconiano tanto per accattivarsi la simpatia dell’opinione pubblica; che gliene frega poi però di comportarsi né più né meno come gli “odiati” capitalisti evasori? Questi privilegiati arricchiti che guadagnano in media ottanta volte di più di un operaio, in uno scenario internazionale di crisi economica senza precedenti si tolgono pure lo sfizio di scioperare. Dichiara in proposito lo stesso Cristiano Lucarelli: “In Italia non difettano certo demagogia e moralismo: visto quel che si e’ detto dello sciopero dei calciatori, mi viene da pensare che a questo Paese non manchino i professori di demagogia.”
Caro Cristiano, certo è vero, ci saranno pure tanti demagoghi, io sarò un demagogo, forse anche tanti altri “compagni”, come li chiameresti tu, sono dei demagoghi. Ma è anche vero che lo stereotipo del calciatore miliardario è quello che voi vi siete costruiti con il vostro sfoggio della ricchezza e con le vostre fuoriserie. Non avete niente a che spartire con l’immensa platea di persone che davvero sostengono con i fatti quei valori a cui voi fingete di credere, e che poi calpestate ogni giorno con i fatti.
Ora vi state lamentando per avere più diritti? Ma per piacere! Non scherziamo. E i diritti di quelle famiglie di Livorno che non hanno l’alloggio popolare perché occupato da chi come i tuoi genitori non ne hanno bisogno? A loro chi ci pensa?
Voi tutti calciatori “comunisti” se volete fare i furbetti come gli altri, fareste bene a non aprire bocca quando si tratta di cose che non hanno niente a che fare con il vostro dorato mondo.
Vi chiediamo un piccolo favore: “non ridicolizzate la sinistra più di quello che già non è. Please”!