Lo sciopero generale indetto dalla Cgil e dai sindacati di base contro la (contro)manovra del governo è stato un successo. Di fronte all’ennesimo attacco alla civiltà del lavoro e agli ultimi brandelli di welfare era doverosa, sacrosanta, essenziale una mobilitazione generale dei deboli e degli onesti, gli unici a pagare il conto di una crisi prodotta dai meccanismi perversi di un sistema controllato da un elitè di finanzieri senza scrupoli. Lo sciopero era necessario, ma è solo l’inizio della lotta: non possiamo fermarci ora. Le forze dell’alternativa devono intraprendere un cammino lungo e radicale di uscita dal capitalismo neoliberista: un malato terminale che i governi occidentali tengono artificialmente in vita a colpi di privatizzazioni e tagli alla spesa sociale.
Il primo passo non può che essere una grande mobilitazione popolare, internazionale ed internazionalista, per chiedere l’abbattimento dei debiti pubblici delle nazioni del primo e, soprattutto, del terzo mondo: è abominevole che i governi impongano sacrifici a lavoratori, pensionati, disabili per arricchire ulterirmente quell’ 1% di persone che detiene il 40% della ricchezza mondiale. Solo combattendo la vera casta economica-finaziaria che governa il mondo, la Sinistra ritroverà lo slancio vitale necessario per porre le basi del socialismo del ventunesimo secolo, di una società di liberi ed eguali. Dobbiamo ritrovare il coraggio di ribadire la nostra alterità sostanziale alle destre, lottando contro le disparità sociali, riconvertendo in senso ecologico l’economia per uscire dal paradigma di una crescita meramente quantitativa, portando avanti le istanze di tutti i discriminati, dal popolo lgbt a quello dei diversamente abili.
Non dobbiamo accontentarci di una manovra migliore, dobbiamo pretendere un mondo migliore!