C’era un tempo, diciamo trent’anni fa, in cui una certa dottrina economica, oggi assunta come verità unica e incontestabile, era semplicemente oggetto di dispute accademiche di una ristretta nicchia di economisti della scuola di Chicago. Li chiamavano Chicago Boys, la loro teoria era semplice: lasciar fare al mercato, perché il problema dell’economia era il governo. Tornare, insomma, al periodo precedente la Presidenza Roosevelt, che sancì il primato delle teorie keynesiane sulla vision economica che aveva portato alla crisi del ’29.
In quei tempi gli USA vivevano una terribile fase di declino che veniva da lontano, ovvero da quel 15 agosto 1971, giorno in cui Nixon dichiarava l’inconvertibilità del dollaro in oro. La fine dell’egemonia americana la salutarono a quei tempi tutti gli studiosi di relazioni internazionali. Poi arrivò Reagan, l’attore, l’uomo tutto d’un pezzo. Forte del disastro Carter, sdoganò i Chicago Boys e per un decennio lui e la Tatcher rivoltarono come un calzino le teorie keynesiane, tanto che alla nuova filosofia economica si convertirono, presto o tardi, socialdemocratici, laburisti e socialisti di tutta Europa. Poi cadde il Muro e il neo-liberismo divenne un mantra anche per la Sinistra italiana: non subito, poco per volta, piccoli, ma inesorabili, strappi.
Un capolavoro del capitalismo mondiale: convertire alle proprie idee gli unici portatori di un’alternativa al loro sistema, reale o utopica che fosse, ma almeno alternativa. Tant’è che non stupisce affatto la parabola del socialismo spagnolo: è dai tempi di Felipe Gonzales che il PSOE si è convertito al neoliberismo; con Zapatero hanno compiuto un passo in più, sono andati alla totale finanziarizzazione del sistema. Con i risultati che oggi conosciamo e con la forza socialista ridotta al lumicino. Con l’unico risultato che tutte le conquiste sociali realizzate dai socialisti verranno spazzate via dai Populares: Good Job Zapatero!
Ma non è il caso di prendersela con l’ex-leader socialista: in tutta Europa le Sinistre, per dirla alla Baumann, si sono convertite al neoliberismo, senza minimamente preoccuparsi di elaborare una teoria alternativa allo strapotere della finanza e dei mercati. Il sociologo più famoso del pianeta lo scriveva giusto qualche mese fa: “La sinistra – annotava José Saramago in data 9 giugno 2009 sul suo diario – “non sembra essersi accorta di essere diventata molto simile alla destra”. Ed è successo proprio così, è diventata “molto simile alla destra”.
Pensava, la Sinistra, che inseguendo la Destra si sarebbe assicurata uno stabile bacino elettorale, perché in fondo la Sinistra ha tutte le carte in regola per vincere. Sbagliava: tra la copia e l’originale, l’elettorato non ha dubbi. Soprattutto se poi la Sinistra, che fa della lotta alle ingiustizie e ai privilegi la sua ragione di vita, si mette a raccogliere tangenti e a produrre classi dirigenti per nulla in contrasto con l’immagine consueta dell’uomo politico, per citare Vittorio Foa su Berlinguer, allora non c’è proprio partita. La Destra vince su tutto.
Il punto è che nel 2008, nel bel mezzo della crisi, dopo 30 anni passati a demolire Keynes, si pensava di poterlo recuperare così, come se niente fosse. Ma non era possibile, perché le teorie di Keynes funzionavano solo in presenza di uno Stato forte capace di imporsi sulla forza dei mercati; Roosevelt aveva la forza per mettere al guinzaglio le multinazionali e le banche. Obama assolutamente no. E come lui tutti i leader europei, oramai troppo dipendenti dai finanziamenti dei gruppi di interessi, decisivi nelle competizioni elettorali.
Morale della favola? Anziché nazionalizzare le banche a rischio di fallimento, come logica voleva che fosse, si sono finanziate le banche, le quali, tornate dopo un paio d’anni sulla cresta dell’onda (il livello di derivati in circolazione è tornato ai livelli pre-crisi, ma la crisi non è passata), ora tengono in scacco i governi. E uno ad uno, in questi due anni, sono crollati come birilli i governi socialisti, socialdemocratici e di centrosinistra in generale.
Dopo 22 anni dal Crollo del Muro di Berlino, obiettivo raggiunto. La Sinistra mondiale è annichilita (oramai la Cina è capitalista più degli USA), le banche imperano in tutto il mondo, l’1% continua ad affamare il 99%. Unico governo filo-capitalista decapitato? Quello Berlusconi. E per un motivo molto semplice. Nella loro amoralità, i capitalisti americani che controllano i mercati sono rimasti fondamentalmente puritani: rubano, uccidono, fanno di tutto per il profitto. Ma peccati sessuali, quelli non li possono sopportare.
Insomma, alla fine i destini dei governi li decide una giarrettiera…
che fare????
bisogna darsi una mossa
è successo proprio questo in Italia
oggi non esistono politiche né di destra, né di sinistra…la politica si è semplicemente inginocchiata dinanzi la deriva capitalista internazionale. Leggetevelo Bauman!
ma porca troia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
nn esiste piu nulla solo l’avidità e la cattiveria di alcuni
– Relativo… i poli opposti s’attraggono .. da scrivere un poema, su qll che genera !!!!!!!!!!########!!!!!!!!!!
no per molti versi è pure molto peggio della destra….si è vacuizzata svuotata…..la sinistra non è più…..:((((
…. meno male che che nn sono di sinistra ma comunista!!! o meglio ….continuo …dopo l’Arcobaleno!!!
oggi sono talmente a destra che si fanno chiamare centrosinistra no sinistra e versano fiumi di inchiostro se deve esserci il trattino o meno tra le due parole pensa te che profondità di pensiero.Il fatto è che devono farsi perdonare di essere stati comunisti e allora fanno finta che settanta anni di storia del PCI non siano mai esistiti, c’è chi esalta la DC e loro si dimenticano di gente come Berlinguer, Amendola.