Il silenzio. Doveva rimanere solo il silenzio. E il rispetto. A Lucio Magri hanno negato in vita la possibilità di vivere sereno, ora vogliono togliergli anche la pace del riposo eterno. Della follia moralista e puritana da lettera scarlatta di Marco Travaglio abbiamo già parlato. L’esercizio di sparare a zero sui morti riesce facile, perché appunto i morti non possono più difendersi. Se poi per trattare le cosiddette questioni etiche si continua a perseverare sulla strada del diritto, che è uno strumento regolativo in mano a questa o a quella ideologia totalizzante, si capisce che con certa gente non si può proprio stare a discutere. E’ inutile: sono limitati culturalmente da un’ideologia che spacciano per religione e vogliono imporre il proprio pensiero anche agli altri. Sono fanatici, né più né meno come quelli di Pontifex.
Ora sulla questione ci ritorna a distanza di un paio di settimane ancora il presidente onorario di Libertà e Giustizia, nonché emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky. In un’intervista al Fatto, il costituzionalista in punta di diritto vuole dimostrare che il “diritto a morire” non esiste, il che in effetti è vero: non è previsto nel nostro Codex. Non ci voleva certamente un costituzionalista per farcelo notare.
Il punto è che Zagrebelsky, così come Travaglio, pare dimenticare che il diritto è una convenzione che si adegua ai costumi dei tempi (tant’é che la stessa Corte Costituzionale ha modificato la sua giurisprudenza negli anni, ad esempio sulle donne in magistratura). Forse capendo la debolezza argomentativa, usa la letteratura per sostenere la sua tesi, anzi, per dare un vero proprio giudizio morale su Lucio Magri, paragonandolo implicitamente a Kirillov, protagonista de “I Demoni” di Dostoesvkij.
E l’intervista si chiude nel peggior modo possibile, quando alla constatazione del giornalista che il suicidio è il massimo della libertà, Zagrebelsky risponde: “D’accordo: come per Kirillov. Ma andiamo a leggere I Demoni e comprendiamo, oltre la genialità di Dostoevskij, il gelo di quel personaggio.“
Lucio Magri come un ghiacciolo. Un cubetto di ghiaccio. Un uomo senza cuore. Non ho nemmeno più la forza di indignarmi, anche perché tutta la combriccola di LeG e dei radical chic che ne fanno parte gode di grandi simpatie, perché per anni ha fatto dell’antiberlusconismo la propria bandiera (ringraziamo i D’Alema e i Fassino che non hanno fatto altrettanto, lasciandogli spazio). Ecco uno degli altri frutti avvelenati del Berlusconismo: creare popolarità in chi non ha fatto nient’altro che il suo dovere civico nel contrastarne la barbarie, salvo poi accreditare posizioni retrive, bigotte, assolutamente illiberali, presso le giovani generazioni.
A più di 200 anni dall’indagine di Durkheim sul suicidio, sarebbe anche ora di piantarla con cose del genere. Anche se mi rendo conto che il lavoro culturale, oramai, è quasi impossibile da portare avanti.
appunto .. lasciamolo in pace … punto
questa gente non ha proprio umanità.. non ci lasciano più neanche scegliere come morire.. Lasciate riposare in pace Magri!!
ma manco i morti? saranno affaracci suoi o no se ha fatto questa scelta?
il diritto ogni tanto di sparare cazzate va lasciato a chiunque, anche a Travaglio e Zagrebelsky!
Zagrebelsky èun grande, ma morire è un diritto, gli piaccia o no
SONO D’ACCORDO….LASCIAMOLO IN PACE.
poiché il diritto segue le convenzioni sociali, come arguito da questo articolo, esso rappresenta i valori di un popolo tradotti in norma….quando una azione risulta non condivisibile dal punto di vista legale, significa che non è condivisibile dal punto di vista delle convenzioni sociali. e in democrazia, le convenzioni sociali tradotte in norma sono vincolanti per tutti, che piaccia o no.
perché non impiccarsi in una squallida camera d’albergo? il suicidio è un attimo di follia, programmarlo è triste!!
Pur condividendo maggiormente l’intervento del filosofo bioetico Maurizio Mori, sempre sul Fatto di oggi, l’intervista di Zagrebelsky merita una riflessione (e una rilettura) più approfondita rispetto al titolo online dell’intervista: “non esiste il diritto di morire”.
Appunto, lasciamolo in pace
Morire è un diritto?!?! Premetto che non entro nel merito della questione perchè sinceramente sono dell’opinione che ognuno scelga ciò che ritiene giusto per sé ,finanche di morire…ma non si può legge che morire è un diritto…morire è un dovere e non parlo da cristiano perchè no li pratico…andatelo a dire in Africa dove i bambini muoiono di fame ” assistiti e per diritto”….la vita in ogni sua forma va vissuta e che si sappia una volta e per tutte la depressione è una malattia curabile…non con psicofarmaci…con rispetto dovuto a chi ne soffre, ma se ti suicidi non si può dire che sei un soggetto stabile…grande carriera , grande uomo ma in fin di conti con tante debolezze….
Alt6tra dimostrazione che il libero arbitrio non è riconosciuto come diritto
e. l’aborto?a questo punto il sapientino travaglio rimette in discussione tanti argomenti, io vorrei suggerirgli di tacere ogni tanto, la sua opinione non è necessaria, lui è un giornalista giudiziario, come opinionista è meglio che tace. Qualche limite bisogna anche porlo a marcosatutto.
e sul diritto all’autodeterminazione: zagrebelin e travin che cosa hanno da recriminare: che avrebbe dovuto chiedere il permesso alla porca Chiesa o che la gente non deve mai decidere in proprio ma sempre delegare a “terzi” ?
ecco appunto, lasciamolo in pace
e basta!!!! Santo Iddio, ma lasciatelo in pace. E comunque era una persona vera, e quando vera intendo che in Italia di persone cosi ce sono pochissime e continuare a mancargli di rispetto dimostra la poche zza delle persone che ne sparlano……
per quanto mi riguarda, sapere di poter scegliere quando e come morire è una motivazione in più per vivere e lottare.
Ho letto l’intervista di Zagrebelsky e non ci ho trovato nulla, ma proprio nulla di scandaloso. Niente che possa giustificare una tirata di indignazione tale da equiparare Zagrebelsky ai fanatici di Pontifex, non una parola sulla religione né su Macri. L’equiparazione tra Kirillov – citato dall’intervistatore – e Macri avviene solo nel tuo post e non certo all’intero dell’intervista. Né ho compreso tutta questa foga contro LeG che accrediterebbe “posizioni retrive, bigotte, assolutamente illiberali, presso le giovani generazioni”. Sarà, ma per quanto mi riguarda questo è un post davvero da dimenticare.
perchè non rspettare una persona che ha scelto liberamente la sua sorte? la vogliamo fnire di spaccare il capello in 4 quando si tratta dei cacchi altrui?
due emerite teste di cazzo.
in un mondo di vigliacchi , verificare e toccare con mano il coraggio di una grande figura della sinistra italiana fa paura, dimenticate il suo nome non avete nessun titolo per giudicarlo .
Ognuno ha il diritto di morire come meglio crede, quando questa convinzione è consapevole e irrinunciabile. Chi nega questa possibilità commette violenza contro il soggetto interessato. Magri ha compiuto il suo gesto in piena consapevolezzae e lucidità e gli va dato merito per aver ancora una volta agito controcorrente, squarciando un’altro velo d’ipocrisia. Per il resto gli uomini vanno giudicati per come vivono e non per come muoiono. Magari tutti vivesserio la loro vita con la stessa passione e coeranza con cui ha vissuto Magri.
Il Governo Monti fa quasi tutte le riforme che avrebbe voluto fare Berlusconi senza averne avuto la forza, e il PD che fa ? osanna e applaude (facendo finta di far passare qualche miserevole concessione per grande prova di combattività).
Complimenti ai dirigenti di questo grande partito, siete veramente dei politici in gamba.
Povero Berlinguer era meglio se lo distruggevi questo partito invece di farlo grande. Questi dirigenti meritavano il peggio e non certamente il tuo sacrificio.
Il suicidio di Magri, mi evoca solo una profonda riflessione di L.Wittegenstein ….”E ciò di cui non si può dire , bisogna tacere”.
Non esiste il diritto di morire. Se uno si spara su un piede pensiamo stia bene o che abbia qualche rotella fuori posto? A maggior ragione se poi si muore… Magri era depresso. Non ha scelto di morire, la depressione ha scelto per lui.
Scrisse, a suo tempo, Cesare Pavese: “Non fate troppi pettegolezzi”. La stessa raccomandazione dovrebbe valere nel caso di Magri.
Come esiste il diritto di vivere esiste anche il quello di morire ed a nessuno è permesso giudicare !
Quindi esiste il diritto a spararsi su un piede?
Ed il diritto a tagliarsi un orecchio..?
….Zagrebelsky…..meglio come costituzionalista….basta e avanza..
Vi prego la mia non è ironia. Cerco di far capire che i meccanismo mentali ed organici chenportano ad un acelta di morte sono patologici e non fisiologici… Il fatto che siano culturalmente accettabili o no non è metrodi sanità o patologia…
@ Davide : Gli Indiani d’America che praticamente vivevano in simbiosi con la natura sceglievano di morire quando sentivano che la vita si allontanova da loro. Si allontanavano dal campo e andavano a morire in pace. Faceva parte della loro cultura non della loro depressione. Nel mondo di oggi ci sono tanti depressi che non scelgono affatto di morire ma fanno morire gli altri.
Si allontanavano perchè diventavano un peso pe la tribù… Ripeto, leviamo i retaggi culturali, tutto ciò che attenta alla nostra salute bon è meccanismo fisiologico ma patologico…
La volgarità di Travaglio, aggravata dal suo livore, è nota, Zagrebelsky è rovinosamente scivolato sullo stato etico. Se entrambi avessero taciuto, la cultura ne avrebbe tratto giovamento.
@ Davide : non si allontanavano perchè diventavano un peso ma perchè faceva parte della loro cultura. Gli anziani erano venerati dalla tribù e nella società odierna che gli anziani sono un peso e li mandiamo a morire negli ospizi senza per questo sentirci colpevoli. Sappiamo di mandarli a morire ma facciamo finta di non saperlo. Scegliamo la morte per loro, facendo finta che è per loro bene mentre magari è solo per il nostro. Magari siamo depressi che dici ?
ma lasciamolo in pace davvero! ognuno è libero della propria vita!
Ultimamente ho avuto occasione di ascoltare due volte dal “vivo” Zagrebelsky e ha sempre fatto riferimento ai Demoni di Dostojevskij. Mah, sta diventando monotono. Gli auguro un ritorno alla realtà.
@ antonio: anzitutto è bello
Continuare a dialogare senza insultarsi. Continuiamo così perchè è raro su argomento del genere riuscire a trovare qualcuno con cui dialogare serenamente e di questo ti ringrazio… Per il resto stiamo dicendo la stessa cosa in toto. È un problema culturale perche Dal punto di vista organico e paichico è l insulto (insulto come termine medico non colloquiale) maggiore al proprio corpo. È quindi fenomeno patologico certo. Magri stava male, come stanno male tutti quelli che si suicidano. Andava aiutato. Se poi cultualmente il suocidio è accettato non cambia la sua origine patologica.
Una volta lo shopping compulsivo era patologia… Ora che fa parte della cultura lo su vuole far passare per “cura”. Il velo delle diverse culture non potrà mai coprire veramente alcune cose… Un abbraccio
Preferisco chiudere e pensare a Lucio con affetto e con la convinzione che fosse profondamente depresso, continuare la polemica non ha senso specie con chi ne fa una questione di bandiera a prescindere dal fatto che dietro c’é una persona
trovo odioso fare speculazioni su un argomento così intimo e personale;in una società libera e democratica ognuno deve avere il diritto di gestire la propria vita come meglio crede e vuole.
Qualsiasi decisione sulla propria vita va, a mio modo di vedere, rispettata. Ritengo però che una depressione, sia pur grave, vada affrontata decisamente e professionalmente da persone competenti. Altrimenti saremmo ieni di suicidi!!!!!