Calearo si è dimesso. Dopo essere diventato un caso politico e aver scatenato l’indignazione e l’ira di centinaia di migliaia di internauti, l’ex-capolista in Veneto del PD annuncia al Fatto di “non essere mai stato di sinistra” e di averlo pure detto a Veltroni. E si dice stanco degli insulti ricevuti.
Caso chiuso? Non proprio. Una coraggiosa cittadina, Lidia Mazzola, ha denunciato alla Procura della Repubblica l’ex-presidente di Finmeccanica per Vilipendio della Repubblica e delle Istituzioni Costituzionali, abuso d’ufficio ed indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
Ecco il testo della denuncia:
La sottoscritta Lidia Mazzola , nata a il e residente in denuncia quanto segue:
attraverso notizia stampa pubblicata dal giornale denominato “Foglio Quotidiano ” del 30 marzo 2012 la sottoscritta apprende che Calearo Massimo , nato a Vicenza il 23 novembre 1955, deputato presso il Parlamento della Repubblica Italiana , iscritto al gruppo ” POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA’ ED AUTONOMIA, POPOLARI D’ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA’ NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)” ha rilasciato le seguenti pubbliche dichiarazioni testualmente qui riportate:
“Calearo si è confessato alla Zanzara, la trasmissione di Radio 24: “Dall’inizio dell’anno alla Camera sono andato solo tre volte, anche per motivi familiari – ha spiegato – Rimango a casa a fare l’imprenditore, invece che andare a premer un pulsante. Non serve a niente. Anzi, credo che da questo momento fino alla fine della legislatura non ci andrò più”. Fino a novembre, ha detto ancora Calearo, “mi sono divertito a fare il consulente di Berlusconi sul commercio estero, ora non servo più. E’ usurante andare alla Camera solo a premere un pulsante”. Il logorio, però, non è sufficiente a fargli dare le dimissioni: “No, perché al posto mio entrerebbe uno del Pd molto di sinistra, un filo-castrista (sarebbe Andrea Colasio, assessore alla cultura a Padova, ndr)”. Ma non c’è solo la politica a impedirgli di rassegnare le dimissioni: “Con lo stipendio da parlamentare – continua – pago il mutuo della casa che ho comprato, 12mila euro al mese di mutuo. E’ una casa molto grande…”.
La sottoscritta rileva nelle dichiarazioni di Calearo Massimo i seguenti reati:
1. Vilipendio della Repubblica e delle Istituzioni costituzionali a norma dell’art. 290 c.p. per aver manifestato aperto disprezzo delle funzioni del Parlamento della Repubblica con le seguenti frasi : “Dall’inizio dell’anno alla Camera sono andato solo tre volte, anche per motivi familiari. Rimango a casa a fare l’imprenditore, invece che andare a premer un pulsante. Non serve a niente. “
2.Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ai sensi dell’art. 316 ter C.P. con rilievo delle circostanze aggravanti di cui all’319-bis per quanto dallo stesso dichiarato : “Dall’inizio dell’anno alla Camera sono andato solo tre volte” ” mi sono divertito a fare il consulente di Berlusconi sul commercio estero, ora non servo più.” In base alle sue stesse dichiarazioni, il Calearo, quindi, pur dichiarando di non svolgere più funzione alcuna presso l’Istituzione parlamentare , senza aver provveduto conseguentemente a presentare le sue obbligate dimissioni dalla Pubblica Istituzione presso la quale presta servizio in qualità di pubblico ufficiale , continua a percepire indebite erogazioni di denaro carpite con palese omissione di atto dovuto (dimissione) e in totale malafede.
3. Abuso d’ufficio ai sensi dell’art. 323 c.p. in quanto con le sue dichiarazioni: “Dall’inizio dell’anno alla Camera sono andato solo tre volte, anche per motivi familiari rimango a casa a fare l’imprenditore, invece che andare a premer un pulsante. Non serve a niente. Anzi, credo che da questo momento fino alla fine della legislatura non ci andrò più” ammette di stare arrecando intenzionalmente ad altri un danno ingiusto e con le sue dichiarazioni : “Rimango a casa a fare l’imprenditore, invece che andare a premer un pulsante” e: “Con lo stipendio da parlamentare pago il mutuo della casa che ho comprato, 12mila euro al mese di mutuo” , di arrecare ingiusto vantaggio patrimoniale a sè. Con rilievo delle particolari aggravanti relative all’alto profilo istituzionale dell’incarico ricoperto dallo stesso.
Per quanto esposto e documentato, la sottoscritta chiede espressamente (nelle forme previste dall’art art. 347 c.p.p.). che si proceda in ordine ai reati indicati e sugli altri reati eventualmente riscontrabili dall’Autorità Giudiziaria, nei confronti di CALEARO MASSIMO , nato a Vicenza il 23 novembre 1955 e domiciliato presso il Parlamento italiano.
Roma, 31/03/2012
Lidia Mazzola
Che dire, chapeau a Lidia.
ancora non lo ha fatto, lo ha solo minacciato……
A questo punto dovrà farlo!!!
mah “non essere mai stato di sinistra” non è titolo di demerito poichè neppure il PD è mai stato di sinistra !!!
Quindi è semplice…… Class action contro tutti i politici ??????
signora Mazzola sono fiera di lei .
come fara’ poverino a pagare il mutuo ….!!! UN COLPO …..!!!
Cambiando la legge elettorale, alle prossime elezioni è possibile scrivere “Lidia Mazzola” fra le preferenze?