L’Italia trema ma una certa politica sembra distratta da altro. Mentre decine di operai muoiono con la sola colpa di essersi recati a lavoro il PdL pensa a quello che più gli è sempre interessato: tutelare gli (il)legittimi interessi del suo presunto uomo della provvidenza.
Proprio oggi la Direzione del Partito Democratico doveva vagliare l’ipotesi proposta da Alfano di presentare una riforma costituzionale in senso presidenziale, in cambio di un disegno di legge che disciplini il conflitto di interesse.
La scelta non è delle più facili, prima di tutto perché il presidenzialismo non è certamente una delle forme di Stato più amate dalla sinistra (dobbiamo pur sempre ricordare che fu proprio il vecchio Ulivo a combattere strenuamente la riforma in tal senso operata dal Governo Berlusconi nel 2005 e a chiedere di votare per il relativo referendum del 2006, votato dal 52% degli elettori di cui il 61% votò l’abrogazione) in secondo luogo perché di patti col Biscione in cambio di una legge sul conflitto di interessi o, comunque, di una non candidatura si sono già avuti (vedi Bicamerale ed esperienza Veltrusconi) con i pessimi risultati che tutti noi ricordiamo.
Non è ancora chiaro se nell’eventuale riforma si parlerà di premierato (come era per la devolution) per cui la nomina del presidente della repubblica resterà indiretta, o di presidenzialismo puro per cui l’elezione del Capo dello Stato sarà diretta e sarà lo stesso a designare il Presidente del Consiglio.
Al di là del fatto che, secondo me, si intende portare una discussione che ha impegnato mesi i costituzionalisti al cospetto di personaggi non altrettanto “degni” di essere padri costituenti, una riforma costituzionale che non veda il consenso da parte dell’intera popolazione non ha alcun senso, la figura del Presidente della Repubblica intanto ha un ruolo superpartes proprio perché eletto indirettamente -condizione che gli consente di essere il Presidente di tutti- inoltre la sua terzietà sarebbe notevolmente messa alla prova dalla sua elezione diretta poiché difficilmente potrà mai essere il presidente di tutti un protagonista di una campagna elettorale, la quale -nel Bel Paese- notoriamente non è fondata sul reciproco rispetto delle varie parti.
Non siete ancora convinti? Facciamo allora qualche semplice e pratico esempio.
Ve lo vedete voi un Berlusconi sconfitto magari da un Napolitano affermare che rispetta l’elezione del suo oppositore?
Peggio ancora, lo vedete voi un Berlusconi eletto Presidente della Repubblica che prometta di essere il presidente di tutti?
E se fosse Grillo ad essere eletto Presidente della Repubblica dopo aver affermato che tutta la politica fa schifo?
E la cosa può facilmente estendersi a molti altri personaggi politici (soprattutto nell’area “avversa”), e che potrà essere molto probabile accada vista la forza di immagine che possiedono certe figure.
Nel caso del Presidenzialismo altro punto affatto chiaro è il rapporto che intercorrerà tra Premier e Presidente della Repubblica, se prendiamo ad esempio la Francia (come del resto pare voglia fare il PdL) nel caso di Chirac il premier fu lasciato quasi del tutto indipendente, indipendenza che Sarkozy non ha mai riconosciuto al presidente del Consiglio.
C’è poi un altro punto che non torna: riforme in cambio del conflitto di interessi? Se il PD accettasse il vile ricatto mostrerebbe chiaramente chi è in Parlamento a dettare la linea, niente accordi con chi ha già ampiamente dimostrato di non saper mantenere la parola data! Il PD avrà ancora bisogno di altre batoste per capirlo?
No al presidenzialismo, per i problemi già esposti, no al ricatto del PdL: la risoluzione del conflitto di interessi deve essere la priorità e non un contentino dato in cambio di una posta ben più alta.
Non si può barattare una riforma costituzionale, soprattutto non una di tale portata, con una norma che dovrebbe già da tempo essere legge in un Paese civile e democratico. Se si vuole fare qualcosa di utile si stringano, invece, i vincoli e si aumentino i controlli sulla sicurezza dei posti di lavoro, che mi pare la cosa più utile che al momento, visti gli odierni crolli dei capannoni industriali e la conseguente morte di innocenti lavoratori, si possa e si debba fare.
PS Aldilà di tutto, ve lo vedete il biscione paragonato a uomini del calibro di De Nicola, Einaudi, Pertini (solo a nominare i primi tre)?