Il terzo Ricatto di Marchionne
Alla ex-Bertone va in scena il terzo ricatto di Sergio Marchionne. E la politica? Come al solito sta a guardare.
Alla ex-Bertone va in scena il terzo ricatto di Sergio Marchionne. E la politica? Come al solito sta a guardare.
Il guaio è che, in Italia, dopo il PCI non c’è stato più niente. Tanto che, anche noi giovani, anche noi che dovremmo essere capaci solo di guardare avanti, … Leggi tutto
Siamo ancora una volta di fronte ad un atto di propaganda spudorata privo di nessun razionale riscontro nella realtà socio-economica. In più, la proposta di modifica costituzionale dell’articolo 41, che odora di una spaventosa deriva liberista, sembra non promettere nulla di buono per il nostro sistema economico.
Un verso falsamente attribuito a Pablo Neruda recita: “Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine.” Vale per gli uomini, ma vale anche per la Democrazia: soprattutto se questa abitudine si chiama corruzione.
Mentre in Italia si discute di bunga-bunga e il Parlamento è impegnato a risolvere i guai giudiziari del Presidente del Consiglio, Bruxelles discute di economia e prepara una mannaia da 50 miliardi l’anno per il nostro Paese.
FIAT. Fabbrica Italiana Automobili Torino. È sorprendente come, nel misero e deprimente dibattito odierno, nessuno si prenda la briga di far sapere agli Italiani che nessuna delle componenti di questo acronimo (che per oltre cent’anni è stato foraggiato con i soldi pubblici) è più vera.
Difatti, non è più una fabbrica (lo stabilimento di Mirafiori, che alla fine degli anni ’70 contava più di 60.000 operai, ora ne ha poco meno di 10.000); non fa più automobili (il maggior valore lo fa con altri prodotti e altre attività); non è più a Torino (il grosso è delocalizzato in giro per il mondo); soprattutto, non è più italiana.